Ospedale Cardarelli, pazienti infuriati: urla e insulti a medici e guardie giurate | Perché la situazione è tragica

L’Ospedale Cardarelli è un ospedale sotto assedio. Barelle nell’area emergenze senza alcun distanziamento, personale medico che annuncia le dimissioni. La rabbia dei pazienti e dei medici: “Qui è un disastro”

25 dei 43 medici che ogni giorno si recano presso la struttura sanitaria per compiere il loro dovere hanno annunciato le loro dimissioni. Familiari dei pazienti ricoverati che urlano per le condizioni disastrose in cui versa l‘ospedale Cardarelli. Una delle immagini proposte dal Tg3 in merito alla situazione disastrosa fa davvero rabbrividire. Letti ammassati e nessun distanziamento tra barelle.

Ospedale Cardarelli
Ospedale Cardarelli, le immagini che ritraggono le condizioni disastrose (Tg3)

Da settimane il pronto soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli è nel caos più totale. Sofferenza e rabbia si mescolano in un vortice incessante di accuse e urla. Le denunce dei pazienti costretti a sostare nei corridoi su una barella anche per settimane intere prima di essere ricoverati o, nella peggiore delle ipotesi, rimandati a casa per mancanza di posti.

Attese snervanti per ricevere una prima diagnosi. Questo è solo una piccola parte di ciò che sta accadendo nell’Ospedale più grande del Mezzogiorno d’Italia. E non se ne può più.

Ospedale Cardarelli, la situazione tragica fa infuriare pazienti e medici | Ecco perché

I familiari dei pazienti in attesa di ricevere le prime cure al Cardarelli di Napoli gridano contro gli operatori sanitari, maledicono la sanità regionale, se la prendono con il governatore Vincenzo De Luca per la situazione disastrosa in cui versa l’ospedale napoletano.

Ospedale Cardarelli
Ospedale Cardarelli, la furia dei pazienti e dei medici per la situazione tragica (Ansa)

In questo clima di tensione, le guardie giurate faticano a mantenere la calma tra la gente. Ma a testimoniare il disastro della azienda sanitaria ci sono foto e video diffusi non solo dai familiari dei pazienti ma anche dagli stessi operatori sanitari.

Sono proprio loro, i medici “ribelli” che nei prossimi giorni dovrebbero vedere ufficializzate le loro dimissioni. 25 dei 43 Camici bianchi hanno, infatti, dichiarato la cessazione del servizio professionale. Come riportato dall’inchiesta fatta da Repubblica,  la lettera di dimissioni univoca dei medici è una vera e propria denuncia della situazione di disagio generale dell’Ospedale.

“Con la presente comunichiamo preavviso di dimissioni volontarie dal servizio. Tale decisione si rende necessaria per la gravissima e più volte segnalata condizione lavorativa del pronto soccorso che negli ultimi giorni è giunta ad un punto di non ritorno. Gli standard di personale sono costantemente disattesi, i turni sono compilati senza alcun criterio logico e gravemente carenti, l’organizzazione del lavoro è del tutto approssimativa. L’interlocuzione con la direzione sanitaria è totalmente negata. Nessuna possibilità è concessa per tentare un minimo di risoluzione dei problemi quotidiani. Tutto ciò si traduce nella reale impossibilità di garantire i Lea (i livelli essenziali di assistenza che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire, ndr) e il “cosiddetto” distanziamento. Non ci resta altro che tutelare almeno la nostra dignità umana e professionale”.

Dopo la ricezione della lettera la situazione non è migliorata, anzi, in un qualche modo sembra anche essere peggiorata. L’indomani, infatti, al turno di mattina solo due medici erano presenti mentre la fila di persone in attesa di diagnosi è inesorabilmente infinita.

Ospedale nel caos, i problemi infiniti del Cardarelli tra percorsi ad ostacoli e attese infinite

I problemi sono infiniti, i medici e gli infermieri esasperati nel tentativo di sistemare flebo tra lettini incastrati e percorsi ad ostacoli denunciano la situazione che, invece, passa inascoltata da chi dovrebbe dar loro voce.

Inoltre, in tutto questo calderone ci sono persone con gravi patologie che, causa rischio Covid, non possono contare sull’assistenza di un familiare o un volto amico. I parenti dei pazienti sono fuori che aspettano di essere convocati da un operatore sanitario che non arriva mai.

Il sindacato Anaao più volte ha denunciato al vertice regionale la situazione degli operatori sanitari ma l’azione è stata sempre bypassata. Il Cardarelli diventa, dunque, un caso politico nazionale. Il leader della Lega Matteo Salvini, in merito alla situazione, annuncia un’intervento urgente al ministro Speranza.

Mentre, il segretario generale di Cnal, Salvatore Ronghi, afferma: “La rete dell’emergenza è al disastro. La responsabilità non è della struttura ospedaliera ma di De Luca”.

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