Italiani a Kiev: “Svegliati dai bombardamenti, vomitato dalla paura”. Le testimonianze

Italiani a Kiev, sono tanti i connazionali rimasti sul suolo ucraino a causa delle attività che hanno da portare avanti: le testimonianze.

Italiani a Kiev
Italiani a Kiev (ANSA)

L’aeroporto di Boryspil come ultimo baluardo di sopravvivenza. In valigia le speranze più che gli indumenti. Questo è rimasto, forse poco altro, agli italiani a Kiev: le Forze Armate russe hanno fatto irruzione sul suolo ucraino. L’attacco nella notte suona come una sveglia non voluta. Danilo, Barbara, Paolo e tanti altri che portano il tricolore nel cuore ma vivono altrove per scelta devono fare ora i conti con l’imprevisto.

I racconti sono agghiaccianti: “Ci hanno svegliato i bombardamenti – racconta una coppia di italiani – abbiamo vomitato dalla paura”. Più preciso ancora è Danilo De La Cruz che racconta cosa li aspetta: “Dovevo far rientro in Italia nel pomeriggio – spiega – ma hanno cancellato i voli. L’Ambasciata Italiana mi ha detto che hanno chiuso lo spazio aereo e che ci sono stati bombardamenti con missili balistici”.

Italiani a Kiev, situazione critica: “Svegliati dalle bombe”

Italiani a Kiev: situazione tragica
Gli italiani a Kiev, la situazione (ANSA)

La paura, l’incertezza, il dubbio. Cosa fare adesso, da dove ripartire, ma soprattutto come muoversi. Domande indirette che si depositano nel retrocranio ogni minuto che passa cercando di trovare una soluzione che, adesso, sembra impossibile. La Farnesina una settimana fa ha consigliato agli italiani in Ucraina di abbandonare il Paese: molti hanno preferito desistere. Motivi economici, ma ora la situazione è complessa. In particolare rispetto ai bombardamenti perchè è impossibile prevedere gli attacchi.

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Tutto sospeso, anche le loro vite che aleggiano in un limbo fra spavento ed esitazione: “Un amico polacco mi ha detto che il Governo si sta preparando ad accogliere gli immigrati ucraini”. La Polonia resta la “porta di servizio” da cui provare ad uscire, ma guadagnarsi una via di fuga non è semplicissimo. Intanto l’altro Governo – quello ucraino – consiglia alla comunità di fare gli zaini: scorte alimentari, powerbank, una radio e delle medicine. “Addirittura dei preservativi”, sottolinea Danilo. Lo scopo è chiaro: “Poter riempire dell’acqua”.

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Sembra di essere stati catapultati in un altro spazio temporale: il passato – con ricordi orribili – che attanaglia il presente pieno di incognite. Il Governo Italiano chiede alla Nato di prendere posizione: “Serve un intervento immediato”, fa sapere Draghi. Ma a loro, quelli che adesso lottano per sopravvivere, della politica importa poco. Devono in qualche modo guadagnarsi la sopravvivenza con pragmatismo. Un’impresa se fuori dalla finestra, e nelle anime, regna il caos.

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