Festival di Sanremo, dietro le quinte della prima serata: cosa vedremo

Festival di Sanremo, giornata di vigilia. I conduttori, Amadeus e Fiorello (confermata la sua presenza), si preparano per la prima serata.

Fiorello Sanremo
Festival di Sanremo, domani si comincia (Getty Images)

Festival di Sanremo, ci siamo. Dopo indiscrezioni, curiosità e un filo di polemiche parleranno i fatti. La kermesse canora sta per cominciare, il Direttore Artistico e presentatore è sempre lo stesso. Così come il suo compare. Amadeus e Fiorello sono pronti a tornare protagonisti nella Città dei Fiori per consentire a tutti, in platea e da casa, di staccare la spina una settimana.

Negli ultimi tre anni Sanremo ha avuto una valenza anche storica e politica: il primo Festival targato Amadeus, quello di Morgan e Bugo per intenderci, ha anticipato la pandemia. Quegli istanti, con la cacciata di Castoldi e il collega dall’Ariston – “Le brutte intenzioni, la maleducazione…” – sono stati gli ultimi istanti di normalità. Poi tutto è divampato, il Coronavirus è diventato consuetudine e non si è fatto altro che parlare di pandemia. Quasi sempre, al netto di piccole parentesi di speranza rappresentate quasi sempre dalle canzoni.

Festival di Sanremo, i significati della kermesse fra passato e presente

Amadeus Fiorello
Amadeus e Fiorello pronti per domani (Getty Images)

Esiste, dunque, un prima e un dopo Sanremo: Diodato che vince con Rumore, la canzone che diventa un inno di resilienza. Le persone la cantano dai balconi, l’anno dopo – quando tutto sembrava essere alle spalle e il peggio passato – vincono i Maneskin ma le cose in Italia non cambiano.

Riprende il balletto delle varianti, ma esce fuori il vaccino: cure miste a cortei. No Vax contro Pro Vax come fossero Beatles contro Rolling Stone, solo che in ballo c’è ben altro. Nel frattempo la band romana conquista il mondo, dall’Ariston, con la vittoria dell’Eurovision Song Contest. L’Italia vince tutto: musica, sport, pasticceria. Il tricolore impera ovunque, come se Sanremo avesse fatto da propulsore nella precarietà.

La gara, il glamour e le aspettative

Ecco perchè l’edizione di quest’anno – la 72esima – è tanto attesa: per capire (anche) che destino ci attende perchè ormai la kermesse fa da spartiacque. Non c’è più Mollica, che il Festival lo guarda da casa per raggiunti limiti di età, ma c’è Vessicchio che resiste persino al Covid.

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Ci sono Morandi e Ranieri, che tornano a sfidarsi fra i cantanti in gara come ai tempi di Canzonissima, ci sono le icone Elisa, Noemi, Emma, Achille Lauro. C’è persino Tommaso Paradiso come guest star. Non manca niente, compreso il pubblico, che torna all’Ariston con capienza massima. Green Pass permettendo.

Forse l’ansia è proprio questa: tornare a fare uno spettacolo live, con il pubblico che riprende ad essere valore aggiunto, con la speranza di tornare alla normalità di prima dove le mascherine – forse – imperavano solo a Carnevale. Da Sanremo è iniziata tutta questa bolla e con Sanremo deve finire. Il Festival è la speranza di un futuro migliore, del resto è sempre la Città dei Fiori a portarci verso il domani. Che lo faccia anche stavolta, senza esagerare, ma con ottimismo.

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