Saman Abbas, false parole dello zio Danish ai pm: la ricostruzione

Nuovo capitolo nel caso Saman Abbas. Questa volta a essere smentite le parole dello zio Danish sulla ricostruzione dell’omicidio

Danish Hasnain, zio di Saman Abbas, le cui parole ai pm sono state smentite

Sono false le parole dello zio di Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa ad aprile 2021 e il cui corpo non è mai stato ritrovato, sospettato di essere complice in un possibile omicidio.

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Alcune dichiarazioni dell’uomo ai pubblici ministeri, che lo hanno recentemente interrogato, sono state completamente smentite. Le parole dell’uomo, all’anagrafe Danish Hasnain, zio, appunto di Saman, sono state contraddette da Ivan Bartoli, titolare dell’azienda agricola di Novellara dove lavoravano gli Abbas

L’imprenditore, interrogato, ha detto ai magistrati: “Sì, avevo concesso un terreno a Shabbar Abbas, il padre di Saman. Ma nel 2021 non venne fatto alcun lavoro per l’orto”.

I cugini di Saman, uno arrestato, ripresi dalle telecamere

Ikram Ijaz, cugino di Saman Abbas, ripreso dalle telecamere con pale e sacchi di plastica

La sera del 29 aprile, quando è scomparsa Saman, le telecamere hanno ripreso lo zio di Saman e i due cugini Ikram Ijaz, al momento incarcerato a Reggio e Nomanhulaq Nomanulhaq, oggi latitante, indaffarati sul retro del casolare di Bartoli, che trasportavano due pale, un piede di porco, un secchio e un sacco di plastica azzurro.

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Del gruppo, originariamente doveva fare parte anche il fratello sedicenne di Saman, che poi è stato invitato a tornare a casa. Il filmato sembra la prova madre che dimostra come lo zio e i cugini di Saman si siano impegnati nell’occultamento del corpo di Saman, dal loro punto di vista “colpevole” di rifiutare un matrimonio combinato e di essersi occidentalizzata.

Dalle ricostruzioni dei magistrati si legge che, “i tre, muniti di attrezzi agricoli, alle 19.19 vanno sul retro dell’azienda, facendovi ritorno dopo cinque minuti. Poi vanno nella carraia dove si incammina per l’ultima volta Saman nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, per una verosimile ispezione dell’ambiente dove commettere il crimine. Alle 19.33, e comunque in orario non lavorativo, terminato alle 18.30, tornano a prelevare gli attrezzi già individuati poco prima e poi vanno nell’area posteriore al capannone dell’azienda agricola. I tre uomini rientrano a casa alle 21.50, quindi 2 ore e 17 minuti dopo la partenza”.

Le parole di Hasnain ai pm sono state smentite

Saman Abbas, la ragazza scomparsa nell’aprile del 2021, il cui corpo non è mai stato ritrovato

Hasnain, interrogato lunedì dal giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi, ha sostenuto che “stavano andando a sistemare l’orto nel terreno loro concesso dal titolare dell’azienda”.

Bartoli però smentisce parte della dichiarazione di Hasnain: “Nel 2019 avevo in effetti dato l’appezzamento a Shabbar Abbas, poi i lavori li facevano anche i suoi familiari. Quel terreno dista qualche centinaio di metri da casa mia. Nel 2020 avevano coltivato peperoncino e altre piante da loro usate per preparare pietanze tipicamente orientali. Ma nel 2021 non avevano fatto alcun lavoro nell’orto: l’anno scorso il terreno è sempre rimasto incolto, spoglio e non è mai stato utilizzato”.

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Insomma, la smentita di Bartoli è chiara. L’imprenditore, nel cui terreno è stato cercato invano il corpo della ragazza, dice che Saman è un pensiero che ancora ci accompagna. Secondo noi potrebbe essere non sepolta tra le nostre serre, ma comunque in un posto non lontano da noi”.

Il corpo di Saman ancora non è stato trovato, Ieri i Ris di Parma hanno cominciato a esaminare una scatola cranica trovata in riva al Po a Boretto, il cui dna sarà paragonato con quello di Saman, dello zio Hasnain e dei cugini

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