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L’ultima scommessa di Elon Musk: un chip nel cervello. Di cosa si tratta

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Stefano Serrani

Elon Musk è pronto a impiantare i suoi chip nel cervello degli esseri umani. Dopo il successo ottenuto con i test su macachi e maiali il magnate di Tesla tenterà di connettere la mente umana all’intelligenza artificiale.

L’ultima scommessa di Elon Musk: un chip nel cervello. Di cosa si tratta

Impiantare un chip nel cervello di un essere umano. E’ questa l’ultima trovata di Elon Musk. Nessuna teoria del complotto, si tratta di un progetto che potrebbe avere ripercussioni notevoli sul futuro della medicina. Neuralink, la società di proprietà del magnate di Tesla, in questo periodo è alla ricerca di un nuovo direttore scientifico che segua il trial clinico che si svolgerà a Fremont, in California, a cui parteciperanno diversi volontari.

Il chip sviluppato dalla società di Musk permetterà di collegare la mente umana con l’intelligenza artificiale: consentendo all’uomo di controllare dispositivi a distanza. Finora la sperimentazione su maiali e macachi ha dato buoni risultati, come testimoniato durante una conferenza dallo stesso Musk in cui mostrava un macaco giocare ad un videogioco con la sola forza del pensiero.

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Neuralink, Elon Musk: “Ecco a cosa servirà il chip…”

Neuralink, Elon Musk: “Ecco a cosa servirà il chip…”

Il sistema Neuralink si compone di piccolissimo processore collegato ad un filo flessibile che andrà cucito al cervello. I test condotti finora sugli animali hanno confermato la totale sicurezza e affidabilità del dispositivo, che sarà sempre rimovibile con facilità. La funzione del chip è quella di captare gli impulsi nervosi traducendoli in segnali digitali. L’obiettivo primario è quello di permettere ad alcune categorie di pazienti di tornare a condurre una vita normale.

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Per esempio persone affette da tetraplegia, paraplegia e altri tipi di paralisi fortemente invalidanti potrebbero tornare a camminare e usare le braccia. Grazie all’ausilio di Neuralink associato a protesi di ultima generazione. Ma potrebbe persino aiutare a sconfiggere patologie e condizioni neuropsichiche, come autismodepressione fino ad arrivare all’Alzheimer.

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