Ruby ter, difesa Berlusconi chiede rinvio per Quirinale, in aula il 16 febbraio

Rinviare per un mese chiesto per “ragioni di delicatezza politica” in vista dell’elezione del Capo dello Stato. Questo è quello che ha chiesto l’avvocato di Silvio Berlusconi al processo Ruby ter. Si tornerà in aula il 16 febbraio.

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Stop per un mese del processo Ruby ter, in vista dell’elezione del Capo dello Stato. Berlusconi è tra i candidati.

Tutto fermo per un mese in vista della corsa al Quirinale. Questo è il risultato ottenuto dalla difesa di Berlusconi al processo Ruby ter, che vede l’ex premier imputato con altre 28 persone per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Si tornerà in aula il 16 febbraio, come ha deciso il collegio presieduto da marco Tremolada, dopo che nell’udienza odierna tutti i testi tranne uno hanno dato forfait.

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I testimoni previsti dalla difesa dell’ex premier, infatti, o non potevano presenziare al processo o sono in quarantena per il Covid. Ed è anche per “ragioni sanitarie” che l’avvocato Federico Cecconi, legale del Cavaliere, ha chiesto un rinvio “di un mese” per poter essere certo di sentire in udienza tutte le persone previste, senza défaillance dell’ultimo minuto. Ma ci sono anche altri fattori. 

Il rinvio per la corsa al Quirinale di Berlusconi

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L’avvocato Federi Cecconi, legale di Silvio Berlusconi.

L’avvocato Cecconi in aula non ha esitato a parlare anche di ragioni più legate alla situazione politica e al fatto che Berlusconi è uno dei possibili candidati al Quirinale. E proprio per evitare la sovrapposizione tra l’udienza già prevista per il 25 gennaio e l’elezione del Capo dello Stato ha chiesto ai giudici di rinviare il procedimento a febbraio.

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“Lo dico a prescindere dal fatto che il dottor Berlusconi possa essere ufficialmente candidato, ma è una ragione di opportunità – ha chiarito in aula il legale – , lo dico per una valutazione al fine di un rinvio con ovviamente la sospensione dei termini di prescrizione”. 

Il no dell’accusa allo stop per il Quirinale

Immediata la replica del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio che si sono opposti ad un rinvio “per ragioni politiche”. I magistrati hanno invitato la corte a “valutare tenendo conto dell’organizzazione ragionevole” dei processo, già molto rallentato da innumerevoli rinvii per legittimo impedimento dell’ex premier, anche legati alle sue condizioni di salute. La corte presieduta da Marco Tremolada ha deciso di aggiornare il procedimento al prossimo 16 febbraio, data in cui verranno sentiti altri testi della difesa.

 

 

 

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