Deltacron, Roberto Cauda a Free.it, “Non sappiamo molto, dobbiamo sorvegliare. Epidemia ancora dilaga”

Mentre l’Italia fa i conti con la curva dei contagi che punta sempre più verso l’alto, all’orizzonte compare una nuova ipotetica minaccia. La variante soprannominata Deltacron, un mix di ceppo virale Delta e di  ceppo Omicron. E’ comparsa tra Cipro e Malta e già mette in allarme il mondo scientifico. Cos’è, quanto c’è da preoccuparsi. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, Roberto Cauda, direttore del Reparto di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma.

Deltacron, Roberto Cauda a Free.it, Non sappiamo molto, dobbiamo sorvegliare. Epidemia ancora dilaga

Da questa mattina sono riprese le scuole, nonostante il timore che i contagi, già così elevati, possano ancor di più crescere. Si aspettano numeri ancora alti e il timore è che la pressione negli ospedali cresca fino ai limiti insostenibili dello scorso anno. E intanto spunta anche una nuova variante, mix tra Delta e Omicron. Di cosa si tratta, quanto impatterà sull’epidemia, quanto è giusto che le scuole siano aperte. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, l’approfondimento di Roberto Cauda, direttore del Reparto di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma.

Che cos’è questa Deltacron, cosa ne pensa?

“E’ una variante che è apparsa a Cipro con una ventina di casi. Non è che sappiamo tantissimo, non conosciamo l’impatto che potrà avere in futuro. Come tutti le varianti va tenuta in considerazione. Ma al momento è inutile fare delle elucubrazioni che non vanno oltre quella che dev’essere una sorveglianza importante per capire se e come ci sarà una eventuale diffusione. Io sarei molto attendista prima di dare delle valutazioni. In questo momento posso solo dire che sì, è una cosa che poteva succedere che nascesse questo mix di Delta e Omicron, ma non sappiamo ancora quale sarà l’impatto né epidemiologico né clinico. Né se sarà una variante importante o meno. Bisogna, purtroppo, solo aspettare e vedere”.

E’ preoccupato di questa crescita costante dei contagi?

“Ovviamente, come tutti osservo questo aumento, tra l’altro verosimilmente in questo momento c’è una doppia circolazione, probabilmente prevalente di Omicron ma anche di Delta. E’ chiaro che in questo momento, più che il numero dei contagi, preoccupa lo stress sugli ospedali, sulle terapie intensive, sul numero dei decessi. Questa è la decima settimana di crescita dei contagi e anche se, contrariamente a quello che si verificava nelle precedenti ondate, non c’è questo aumento consensuale di contagi, ricoveri e decessi.

Teme che cambierà la situazione di qui a qualche giorno?

“E’ chiaro che a lungo andare il paradigma si inverte e lo stiamo già vedendo, con il cambio graduale di colore delle regioni. C’è giù un aumento dei ricoveri in area medica, nelle terapie intensive e si assisterà anche a un aumento dei decessi, purtroppo. Abbiamo ormai capito che se è vero che Omicron è meno grave di quanto non fosse Delta, tuttavia una percentuale di una platea molto vasta di contagiati può creare uno stress sulle strutture ospedaliere. Perché il virus circola troppo e in maniera incontrollata”.

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Deltacron, Roberto Cauda a Free.it, “Giusto tornare a scuola, ma attenzione a…”

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Oggi, in gran parte delle regioni, i ragazzi sono tornati a scuola. C’è un dibattito sul rischio di tornare tra i banchi in questa situazione epidemica, lei cosa ne pensa?

“Che la scuola possa contribuire ad aumentare i contagi, come una qualunque situazione di incontro, è possibile. Però io credo che la scuola in presenza sia un valore importante. E allora bisogna essere molto cauti, avere misure rigorose. Dall’altro, è anche vero che non è che si vedranno subito i risultati delle misure preventive. Però se ci sarà dall’età scolare fino ai 18 anni un aumento delle vaccinazioni, potrebbe essere importante. Tenga presente che anche in un Paese che per settimane ha avuto contagi alle stelle, ha mantenuto le scuole aperte. Non è una scelta solo italiana, ma anche di molti altri Paesi. Nel tentativo di avere una sorta di “vita normale”, di convivenza col virus.

Si potrebbe tornare alla dad?

Poi quello che avverrà nei prossimi giorni…si vedrà. Non è escluso che si debba tornare in dad, certo. Io, però, credo che dilazionare il ritorno a scuola non è fattibile, se consideriamo che i modelli matematici ci dicono che ci sarà ancora un aumento di contagi fino a inizio febbraio. E non si possono tenere i ragazzi a casa così a lungo, non si può aspettare così tanto tempo”.

Fino a inizio febbraio, dunque, le cose non  miglioreranno?

“Mi aspetto che questo andamento andrà avanti almeno per altre due, tre settimane. I modelli matematici ci dicono che il picco potrebbe arrivare alla fine di gennaio, inizio febbraio. Poi è chiaro che è difficile avere certezza, ma anche dall’osservazione di quanto accaduto nel Regno Unito, possiamo presumere che sarà così”.

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