Scuola, pediatra Susanna Esposito a Free.it, “Giusto tornare. Vaccini ancora troppo pochi, il rischio è…”

A giorni riapriranno le scuole, ma molte famiglie temono che con questo critico quadro epidemiologico, le infezioni possano dilagare, soprattutto tra i bambini piccoli. Negli ultimi giorni, infatti, c’è stato un aumento dei casi proprio in fascia pediatrica. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it Susanna Esposito, docente ordinario di pediatria all’università di Parma. Responsabile tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni Società italiana di pediatria.

Scuola, pediatra Susanna Esposito ha detto a Free.it, che è giusto tornare ma i vaccini ancora troppo pochi

Il governo ha deciso. Non ci sarà alcuno slittamento di data per il ritorno a scuola. Secondo le regole stabilite ieri sera durante il Consiglio dei Ministri, a seconda del grado, le classi applicheranno la dad in maniera diversificata. Ma intanto, i pediatri stanno osservando un aumento dei casi sia tra gli adolescenti sia tra i bambini piccoli. Com’è la situazione? In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it l’analisi di Susanna Esposito, docente ordinario di pediatria all’università di Parma. Responsabile tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni Società italiana di pediatria.

E’ preoccupata per questo aumento di casi tra bambini e adolescenti?

“Più che preoccupata, penso che questo aumento dei casi debba far aumentare la consapevolezza sull’importanza della vaccinazione. Perché quello che stiamo osservando è l’aumento dei casi tra gli adolescenti che hanno trascorso le vacanze con feste di gruppo nelle case. E’ vero che molti di loro hanno eseguito dei tamponi prima di andare, ma è stato più volte ribadito che i tamponi fai-da-te o quelli salivari hanno una sensibilità molto bassa e devono essere eseguito da personale esperto. Per cui l’aver fatto dei tamponi rapidi ha consentito a una gran quantità di positivi di andare in giro e diffondere l’infezione. Stiamo, appunto, vedendo proprio una serie di casi tra gli adolescenti. O che non erano stati vaccinati e che ora hanno i sintomi, o adolescenti vaccinati da più di sei mesi che si sono infettati”.

E poi c’è l’aumento dei casi pediatrici…

Sì, poi c’è il tema dei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Sicuramente con la chiusura delle scuole si è osservata una diminuzione del numero dei casi. Ma ci sono ancora moltissimi positivi, bambini che si sono infettati all’interno delle famiglie. E molti di questi bambini, anzi, la quasi totalità devo dire, non sono vaccinati. La copertura vaccinale della fascia 5-11 anni è dell’11%, ancora troppo bassa, se si considera che con le prenotazioni si può arrivare all’25/30% in alcune realtà”.

Non è abbastanza?

“E’ un dato insoddisfacente. Purtroppo i timori principali dei genitori, assolutamente infondati, derivano ancora dal fatto che il vaccino possa provocare chissà che cosa. Sappiamo bene che il vaccino è sicuro ma nonostante questo, la posizione prevalente è quella di aspettare. Solo che…aspetta aspetta, è chiaro che nei mesi invernali, soprattutto con la Omicron che imperversa, il rischio di infettarsi è molto elevato. E questo sta portando all’aumento dei casi in fascia pediatrica”.

A giorni riapriranno le scuole e molti sono preoccupati che l’infezione possa crescere ancora tra i bambini. Lei cosa ne pensa delle misure decise proprio ieri dal governo?

Chiaramente è difficile trovare la formula ideale. Anche perché la situazione epidemiologica è molto diversa da regione a regione. A volte anche da provincia a provincia. L’allerta dev’essere altissima. Ci troviamo in una situazione molto critica, lo dicono i numeri e i quadri clinici che osservo io personalmente ogni giorno, non solo come pediatra, ma anche come donna, con quadri clinici preoccupanti. E allora, il tema è che, sì, le scuole devono essere riaperte, perché abbiamo visto i disturbi psicologici e mentali che ha provocato nei mesi la scuola chiusa. Però soprattutto per il nido e le materne, che non sono scuole dell’obbligo, l’allerta dev’essere molto alta. Giusto che con un solo caso si vada in dad è dev’essere fondamentale tenere a casa i bambini anche con un sintomo banale”.

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Scuola, pediatra Susanna Esposito a Free.it, “Va favorito lo smart working”

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Ha osservato comportamenti diversi?

“Questo dev’essere ribadito. Come lei ricorderà, a settembre 2020 si batteva molto sul controllo della temperatura. Poi a un certo punto si è smesso, tant’è che c’è stata una crescita di infezioni respiratorie di altro tipo, a parte il Covid. Perché i bambini venivano mandati a scuola ugualmente, anche con qualche linea di febbre. Questo perché se n’è parlato di meno ma soprattutto perché è venuta un po’ meno la possibilità di fare smart working. Ora, più che mai va favorito, per ridurre il numero dei presenti elemento che favorisce il contenimento del virus. E’ ovvio che si tratta di una soluzione temporanea”.

Che cosa propone?

“L’obiettivo a lungo termine è vaccinare anche quella popolazione che oggi non ha diritto al vaccino, quindi tutti i bambini sotto i 5 anni. Là dove il vaccino c’è però, bisogna vaccinare per aumentare la copertura, coprire meglio la fascia 12-15 che non è vaccinata a sufficienza. Sono andati bene gli adolescenti che però devono correre a fare la terza dose. L’altra cosa che mi preme dire è che in caso di positività si deve entrare nei circuiti ufficiali, quindi facendo un tampone molecolare in farmacia o laboratorio”.

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