Rivolta in Kazakistan, decine di morti e oltre 700 feriti. Quasi 3000 arresti | VIDEO

Cresce la paura fra le strade di Almaty dove sarebbe ancora in corso la violenta protesta per l’aumento dei costi dell’energia: inviate in Kazakistan le forze di pace. Assalto all’aeroporto con due militari uccisi durante il conflitto. Sale il bilancio provvisorio di vittime e feriti. Quasi tremila persone arrestate. 

Kazakistan proteste Almaty
Proteste in Kazakistan, uccisi due militari in aeroporto: la tensione è alle stelle (Immagine Rete)

Tensione alle stelle in Kazakistan e protesta per l’aumento dei costi dell’energia che si fa sempre più feroce. Nel frattempo i mezzi militari sono giunti ormai da oltre 48 ore nella piazza centrale di Almaty per disperdere i manifestanti. L’aeroporto della capitale è stato saccheggiato da rivoltosi armati. Secondo alcuni rapporti, diffusi dalle forze di sicurezza, durante il conflitto fuoco sarebbero deceduti almeno dodici militari. Il bilancio purtroppo è più alto e aggiornato oggi pomeriggio. L’ultimo bollettino dice 18 morti fra soldati e agenti di polizia uccisi durante la rivolta in tutto il paese. Oltre 700 i feriti. Le autorità del Kazakistan hanno confermato che ci sono decine di vittime tra i manifestanti che nella notte avevano tentato irruzioni in alcuni palazzi della politica locale nella città di Almaty.

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Nel frattempo diversi rivoltosi sarebbero stati uccisi ad Almaty dalle forze di sicurezza, l’identità non è stata però rivelata, così come riportato da un rappresentante della polizia di Almaty. Il Kazakistan è alle prese con un blocco dei servizi di Rete mentre la polizia sta cercando di placare le proteste anche per l’aumento dei costi del carburante. La conferma dello stop dei servizi internet è stata annunciata dalla società NetBlocks. A tutto questo si aggiunge il bilancio di vittime e feriti, ancora provvisorio che purtroppo si aggiorna in modo tragico.

Proteste in Afghanistan e tensione altissima

Kazakistan proteste
Proteste in Afghanistan e tensione alle stelle (Immagine Rete)

Intanto le forze di pace dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva, cui fanno parte le sei ex repubbliche dell’Unione Sovietica, sono giunte in Kazakistan. La richiesta è pervenuta direttamente dal presidente Kassym-Jomart Tokayev. La missione potrebbe “richiedere circa un mese”. Lo ha comunicato il vicepresidente della Commissione Difesa della Duma, spiegando che i militari dovranno “contribuire a neutralizzare gli istigatori della violenza e mettere in sicurezza le infrastrutture strategiche”.

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La banca centrale del Kazakistan e la borsa hanno sospeso le proprie attività per proteggere il tessuto finanziario del personale, così come la loro incolumità, soltanto per la giornata di giovedì 6 gennaio 2022. Il portavoce Olzhas Ramazanov ha parlato di operazioni contro il terrorismo per fermare quanto sta accadendo ad Almaty e dintorni. Ecco le immagini che documentano le tensioni per le strade della cittadina kazaka.

Kazakistan, arrivate le prime truppe russe

Intanto sono arrivate in Kazakistan le prime truppe russe inviate per “stabilizzare” il Paese in seguito alle rivolte. “Una forza collettiva di peacekeeping dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto) è stata inviata in Kazakistan per un periodo limitato al fine di stabilizzare e normalizzare la situazione, spiega una nota dell’alleanza diffusa su Telegram dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

Quasi tremila arresti. Operazione antiterrorismo

C’è un nuovo aggiornamento, anche in questo caso il bilancio è provvisorio e destinato a crescere. Il ministero dell’Interno ha reso noto che ci sono quasi tremila persone arrestate dopo le violentissime proteste sfociate in tutto il Kazakistan a causa delle manifestazioni contro il rincaro del gas. La polizia ha avvisato la popolazione di non uscire dalle abitazioni perchè è in corso una operazione antiterrorismo. In rete diffuse immagini di devastazione e violenza che in queste ultime 48 ore hanno gettato il paese nel caos più profondo.

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