Quarantena “da sballo” negli Stati Uniti, l’iniziativa arriva da New York

A New York i casi Covid sono in forte aumento e ciò avrebbe causato non pochi problemi al comparto sanitario, ma negli hotel per le quarantene è prevista la possibilità di fumare marijuana in luoghi sicuri.

Quarantena New York Stati Uniti
Quarantena “da sballo” negli Stati Uniti, l’iniziativa arriva da New York

Si è da pochi giorni insediato Eric Adams come sindaco di New York e già sono diverse le questioni da risolvere. In primis c’è la pandemia Covid che ogni giorno causa vittime e casi in città. Nonostante l’aumento dei contagi, lo stesso primo cittadino avrebbe deciso di aprire nuovamente le scuole. Maggior numero di tamponi per insegnanti e studenti al rientro in classe.

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Intanto per chi è costretto all’isolamento, così come documentato dal New York Post, nei Covid hotel si potrà consumare marijuana, acquistata per uso personale. Secondo gli esperti, citati dal quotidiano statunitense, ciò aiuterebbe “gli ospiti a scaricare il forte stress della positività al virus“.

Covid hotel e marijuana, cosa prevede la particolare quarantena a New York

Eric Adams New York
Covid hotel e marijuana, cosa prevede la particolare quarantena a New York

Con queste disposizioni sarebbe quindi possibile lasciare le stanze, monitorati a distanza da personale sanitario, mentre fumano gli spinelli. Si tratta di una decisione che avrebbe scatenato una marea di polemiche fra chi sposa l’idea e chi invece sarebbe profondamente contrariato.

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Un membro della struttura ha dichiarato al quotidiano che circa il 65% dei 420 ospiti dell’hotel, così come di un Holiday Inn nelle vicinanze, sarebbero stato fumatori di marijuana. Le infermiere presenti nelle struttura avrebbero parlato perfino di un furto della sostanza, controllata di continuo in un’area apposita. Al personale sanitario spetterebbe comunque il compito di accompagnare i fumatori all’esterno durante le pause scaglionate. “Penso che sia un peccato. Gli infermieri vanno in campo a prendersi cura dei pazienti, questa non è cura. Piuttosto che offrire aiuto ai pazienti per le dipendenze, viene incentivato il consumo“, ha commentato un membro della struttura.

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