Royal Family, il Principe Carlo risponde alle accuse di razzismo derivanti dall’ultimo libro di Christopher Andersen: i dettagli.
Se voleva colpire nel segno, Christopher Andersen ci è riuscito: lo scrittore e giornalista ha pubblicato il suo ultimo libro dal titolo “Brothers and Wives”, opera che di titolo ne ha fatto infuriare un altro. Quello nobiliare inglese, a causa di alcune rivelazioni scottanti che potrebbero addirittura mettere in discussione la credibilità di Buckingham Palace.
Si tratta di razzismo e oggetto di discussione diventano il Principe Carlo e sua moglie Camilla, coppia già alquanto chiacchierata in passato – soprattutto ai tempi di Lady D – poiché il loro amore sarebbe iniziato da una relazione extraconiugale. Stavolta, però, le sfumature sono di altro tipo e sfociano nella moralità oltre che nell’etica personale.
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Royal Family, accuse di razzismo: il Principe Carlo risponde
Tutto è partito dal Ducato di Sussex: Harry e Meghan, gli scissionisti di Casa Reale, hanno rilasciato un’intervista ad Oprah Winfrey in cui parlavano di razzismo da parte di un membro della famiglia. La coppia non ha fatto nomi, ma l’occasione sarebbe stata – secondo la ricostruzione – la nascita del piccolo Archie.
A unire i tasselli, tuttavia, ci avrebbe pensato l’autore che nel libro attacca – neanche in maniera troppo velata – il Principe Carlo forte di alcune testimonianze in merito: sarebbe avvenuto tutto durante una mattinata qualsiasi, l’uomo avrebbe chiesto alla consorte “Ma se lei (Meghan Markle n.d.r.) è americana verrà fuori un figlio di colore?”. La domanda getta nello sgomento.
Quanto emerge sulle pagine del romanzo è sconcertante, proprio come la reazione del Principe: Carlo, attualmente, è alle Barbados. I rumors l’hanno raggiunto fino a lì. Al punto che ci ha tenuto a rettificare: “Tutto questo è solo fiction, inaccettabile”. Subito dopo ha dato mandato ai suoi legali di agire, Carlo ha poi aggiunto: “Prenderemo sul serio le questioni sollevate dai Duchi”. Un altro capitolo per Sussex & The City, solo che stavolta non si scherza più: le questioni familiari diventano diatribe legali, con tutto quel che ne consegue.
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