Peng Shuai, la Wta non si fida: “Sue parole influenzate da altri”

Continua a far discutere la sorte di Peng Shuai. Per la Wta, le risposte alle mail inviate dall’associazione alla tennista cinese sarebbero indirizzate e guidate da altri soggetti.

Peng Shuai
Peng Shuai, la Wta non si fida: “Sue parole influenzate da altri”

Siamo profondamente preoccupati“. Le sorti della tennista cinese Peng Shuai sono ancora al centro dei pensieri della Woman’s Tennis Association e del suo presidente Steven Simon. In particolare, Simon “non è sicuro che sia lei a rispondere alle mail” inviate dall’associazione alla sua casella di posta elettronica. Il presidente della Wta ha deciso così di non voler contattare ulteriormente la tennista “fino a quando non avremo la sicurezza che sia lei a rispondere alle mail e non i suoi censori“, ha riportato una portavoce dell’associazione.

Il caso Peng Shuai si è aperto dopo la denuncia di violenze sessuali scagliata dalla tennista nei confronti dell’ex vicepremier e membro del Politburo cinese Zhang Gaoli. Accusa diffusa sul social network Weibo in un post poi sparito dal web dopo circa mezz’ora. Dopo i fatti, la tennista è praticamente sparita, ritornando a mostrarsi in pubblico poi la scorsa domenica. Prima a un torneo di tennis e dopo in una videochiamata con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach.

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Peng Shuai, la Wta: “Non è libera da censura o coercizione”

Peng Shuai
Peng Shuai, la Wta: “Non è libera da censura o coercizione”

Ma la Wta non si fida. “Steven Simon è entrato in contatto con Peng Shuai attraverso vari canali di comunicazione, le ha mandato due mail dalle quali è stato chiaro che le sue risposte erano influenzate da altri“, ha aggiunto la portavoce. Da qui la preoccupazione che la tennista ex numero uno al mondo nel doppio “non sia libera da censura o coercizione“, ha aggiunto.

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Il caso rischia di minacciare il regolare svolgimento dei Giochi Olimpici invernali 2022, previsti a Pechino nel prossimo febbraio. La telefonata tra Peng e il presidente del Cio Bach non sembra avere finora rasserenato la situazione. Gli Stati Uniti, tramite il presidente Joe Biden, hanno fatto recentemente balenare l’ipotesi di un boicottaggio. Solo qualche giorno fa invece il ministero degli Esteri cinese ha invitato a “non politicizzare la vicenda“.

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