Gioco illegale, cresce giro d’affari in Italia. Ma gli italiani sono contro il proibizionismo

Cresce il giro d’affari del gioco illegale in Italia. Gli operatori del settore, così come i decisori politici, si interrogano su come intervenire in un ambito che presenta numerose criticità, come la necessaria attenzione alla ludopatia. Per la maggioranza degli italiani, il proibizionismo non è la soluzione.

Gioco illegale
Gioco illegale, cresce giro d’affari in Italia. Ma gli italiani sono contro il proibizionismo

Nel 2021 il volume d’affari del gioco illegale in Italia potrebbe superare i 20 miliardi di euro. Un dato in crescita rispetto a quelli dei due anni precedenti. In particolare al 2019, quando il gioco illecito valeva circa 12 miliardi di euro. Lo si legge nel rapporto ‘Censis-Lottomatica sul Gioco Legale‘. Il tema del contrasto al gioco d’azzardo è particolarmente controverso, dovendo tenere conto da un lato degli interessi degli operatori legali, che agiscono su licenza dello Stato, e dall’altro dalle esigenze di salute pubblica, ad esempio il necessario contrasto alla ludopatia.

Serve regolare l’offerta di gioco, contrastare duramente il gioco illegale e approvare un testo unico sui giochi“, commenta Mauro Maria Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul gioco pubblico del Senato. “Questi gli elementi per combattere il disturbo da gioco d’azzardo, tutelare i giocatori e aiutare l’intero comparto“, sottolinea Marino. Soprattutto tutelare i giocatori sembrerebbe essere una necessità non evitabile. Secondo i dati dell’Osservatorio governativo sulla Ludopatia, ci sarebbero quasi 1,3 milioni di persone in Italia con una forma di dipendenza patologica legata al gioco. E la pandemia, insieme all’instabilità economica che ne è derivata, ha aggravato molto la situazione di molti giocatori.

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Gioco, per gli italiani renderlo illegale è peggio

Gioco illegale
Gioco, per gli italiani renderlo illegale è peggio

C’è poi il tema economico, del contrasto agli interessi della criminalità organizzata nel settore. Per Ranieri Razzante, presidente dell’Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio, “è urgente, non più solamente necessario, un Testo Unico sul Gioco“. Secondo Razzante, riporta l’agenzia AdnKronos, “l’Italia è molto all’avanguardia sotto il profilo dell’antiriciclaggio rispetto a molti paesi europei“. Bisognerebbe dunque terminare, secondo il presidente Aira, con pratiche come “le chiusure arbitrarie di rapporti con le banche, frutto di pregiudizi diffusi da una certa stampa e da alcune forze politiche“. Servirebbe inoltre meglio approfondire i dati del settore, spiega Razzante, che li ritiene “preoccupanti per le infiltrazioni mafiose ma nel gioco illecito, meno in quello legale“.

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Intanto, la maggioranza degli italiani sembra essere convinta della necessità di evitare il proibizionismo in materia. Secondo il rapporto Censis-Lottomatica, l’83,6% degli italiani pensa che lo Stato debba regolare il gioco legale affinché ci siano benefici per la comunità. Ovviamente, sensibilizzando e informando sui rischi legati allo sviluppo di dipendenze. Per il 59,8% degli intervistati – dato che raggiunge il 63,4% tra i laureati e il 63,8% tra i giovani – attaccare eccessivamente il gioco legale non servirebbe ad altro che a aumentare il numero di giocatori illegali. Solo il 28,9% crede infine che vietare il gioco possa servire a ridurre il numero di giocatori.

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