Peng Shuai sta bene, parla al presidente Cio: “Sono a Pechino, voglio rispetto della mia privacy”

E’ riapparsa Peng Shuai. La tennista cinese al centro di un caso internazionale per la sua sparizione, avvenuta in seguito alla denuncia di molestie sessuali nei confronti dell’ex vicepremier cinese Zhang Gaoli. L’atleta Ha avuto un colloquio con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale.

Peng Shuai
Peng Shuai sta bene, parla al presidente Cio: “Sono a Pechino, voglio rispetto della mia privacy”

Mi trovo nella mia casa a Pechino, vorrei che fosse risparmiata la mia privacy“. Le parole sono quelle di Peng Shuai, la tennista cinese di cui si erano perse le tracce qualche settimana fa, dopo un post sul social cinese Weibo in cui accusava di molestie l’ex vicepremier del governo cinese, Zhang Gaoli.

Sto bene e sono al sicuro“, ha rassicurato Peng. Le cui parole, riportate in un comunicato rilasciato dal Comitato Olimpico Internazionale, sono state pronunciate in un colloquio video-telefonico con il presidente del Cio, Thomas Bach. Peng era anche ritornata in pubblico oggi, partecipando a un evento di tennis giovanile nella capitale cinese.

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Peng Shuai, a gennaio cena con il presidente Thomas Bach

Peng Shuai
Peng Shuai, a gennaio cena con Thomas Bach
Alla chiamata tra Peng Shuai e il Cio, durata circa mezz’ora, hanno partecipato anche la presidente della Commissione degli Atleti, Emma Terho, e il membro del Cio in Cina Li Lingwei. La tennista ha ringraziato l’organizzazione internazionale per essersi interessata al suo stato di salute e ha accettato l’invito a cena, da parte del presidente Thomas Bach ed esteso anche a Terho e Li, in occasione dell’arrivo a Pechino dello stesso Bach il prossimo gennaio.
Sono stata sollevata nel vedere che Peng Shuai stava bene. Era la nostra principale preoccupazione. Sembrava rilassata. Le ho offerto il nostro sostegno e di rimanere in contatto, cosa che ovviamente ha apprezzato“, ha commentato poi Emma Terho. Nel pomeriggio erano continuati gli appelli al governo cinese a fare luce sulla sorte dell’atleta. Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian era arrivato a minacciare “conseguenze diplomatiche” in mancanza di sviluppi.
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