DAZN è pronta a cambiare. La svolta dell’azienda non piace agli utenti che in Rete manifestano il proprio dissenso: le ragioni del disappunto.
Dazn, si cambia ancora. Non si placa il dibattito – dentro e fuori i social – rispetto alle sorti e al funzionamento dell’emittente in streaming: l’azienda, che detiene in esclusiva i diritti di trasmissione della Serie A per i prossimi 3 anni, è oggetto di polemiche e dissenso. Sul piede di guerra gli utenti che devono fronteggiare problemi tecnici e disservizi, tutto riportato su Twitter, dove l’ira – quando il segnale per la visione delle gare è assente o scarso – non accenna a fermarsi.
Oltre il danno la beffa, dicono in Rete, perché presto DAZN potrebbe togliere anche la concurrency: la funzione che permette a un abbonato di condividere il proprio pacchetto con un altro utente su un diverso dispositivo. La doppia visione, in parole povere, verrebbe tolta. Ennesimo scacco, ritengono gli utenti, che dalla notizia – riportata dal Sole24Ore – non fanno altro che lamentarsi: “Un’altra indecenza” si legge sulle piazze telematiche.
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È bagarre, ma la motivazione è numerica: a regnare sono le percentuali. Secondo le statistiche, riportate ancora una volta dal Sole24Ore, si registrerebbe un 20% di abbonamenti fraudolenti e illeciti alla piattaforma. La cancellazione della doppia utenza in contemporanea dovrebbe debellare, stando alle ultime stime, proprio questa tendenza: lo sdegno degli utenti non si placa.
Soprattutto a fronte dei problemi tecnici riscontrati nel recente passato, l’azienda ha anche risarcito – in merito alle criticità emerse – gli abbonati con alcune mensilità gratuite. L’atmosfera, però, è tesa: il capitolo DAZN non è destinato a chiudersi a breve, l’ennesimo paragrafo è stato scritto, con tanto di reazioni. Ora la resa dei conti – in tutti i sensi – sarà a Dicembre. Quando la doppia utenza dovrebbe sparire in maniera definitiva. L’azienda, comunque, ha fatto partire le comunicazioni agli abbonati che possono eventualmente recedere il servizio entro 30 giorni.
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