Il Pd di Letta avverte Giorgetti e la Lega: polemiche per la corsa al Quirinale

Le tensioni politiche in seno alla maggioranza non si arrestano e così Enrico Letta prova a dare delle direttive: prima la legge di bilancio con i progetti del Pnrr, poi il Quirinale.

Letta Pd
Letta e il Pd lanciano un messaggio alla Lega di Salvini

Il segretario del Pd Enrico Letta ha chiesto di ragionare step by step e di non fare una sorta di minestrone di contenuti che rischia di creare soltanto grande confusione. L’idea principale è quella di approvare la legge di bilancio, nonché creare dei progetti adeguati per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La corsa al Quirinale sarebbe per Letta un argomento da trattare in seguito.

Nel frattempo in casa Lega c’è grande fermento vista la frattura tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Quest’ultimo vorrebbe spingere verso il Partito Popolare, discorso differente invece per il leader del Carroccio che punterebbe invece ai nazionalisti di Polonia e Ungheria. Nonostante tutto, però, il governo sembrerebbe convergere su Mario Draghi come premier.

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Scontro interno nella Lega e il Pd pone dei veti, cosa sta accadendo

Salvini Lega
Salvini deve risolvere il problema interno con Giorgetti

Il ministro Giorgetti vorrebbe eleggere Draghi presidente della Repubblica, mantenendo comunque il ruolo di Palazzo Chigi. Si tratta di una proposta che avrebbe provocato polemiche. Nel pieno rispetto della carta costituzionale non sarebbe contemplato un doppio incarico di questo genere. Sulla questione, così come riportato dall’Agi, è intervenuto anche Pier Luigi Bersani che non è rimasto di certo colpito dalle tensioni della Lega. “Fatevelo di legno il presidente della Repubblica, visto che della Costituzione non frega niente a nessuno. Faccio gli auguri a Giancarlo Giorgetti che ora ha il problema di rimodulare la Lega. A quelli che hanno giurato sulla Costituzione dico: leggetela“, commenta l’ex segretario del Pd.

Secondo una parte del centrosinistra ci sarebbe l’idea di sponsorizzare Draghi al Quirinale per mandare in tilt il governo e portarlo verso nuove elezioni. Secca la risposta di Salvini che pone un freno alle voci di urne aperte con largo anticipo. “Anche se Draghi accettasse di andare al Quirinale, non credo che ci sarebbero elezioni anticipate“, ha dichiarato il leader della Lega.

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