Arrivano novità per quanto riguarda il Canone Rai. Si potrebbero infatti allargare i casi in cui l’imposta dovrebbe essere pagata. Si è espresso sul punto l’ad di viale Mazzini, Carlo Fuortes.
L’ad della Rai, Carlo Fuortes, avrebbe intenzione di imporre il pagamento del Canone Rai anche ai possessori di apparecchi elettronici come smartphone e tablet. Fuortes ha negli scorsi giorni espresso la sua idea prima in Commissione di Vigilanza Rai, e poi in un’intervista a Repubblica.
La mossa servirebbe a viale Mazzini per tamponare i costi economici della fuga degli utenti, soprattutto di quelli più giovani. Un esodo dettato dalla grande quota di mercato conquistata dalle piattaforme di streaming come Netflix o Amazon Prime, che mettono in discussione le modalità tradizionali di visione dei programmi, penalizzando in particolare la tv tradizionale.
La decisione arriverebbe anche come bilanciamento dell’attesa eliminazione della riscossione del canone direttamente in bolletta dell’energia elettrica, definita dal Codacons “una vera e propria vessazione a danno degli utenti“. La decisione rientra tra quelle da ottemperare dal nostro paese nell’ambito dell’attuazione del Pnrr, su impulso dell’Unione Europea.
Inoltre, Fuortes vorrebbe chiedere allo Stato di eliminare la trattenuta da 110 milioni attualmente vigente sul Canone Rai. Soldi destinati attualmente al fondo per l’editoria. “La Francia ha il 50% delle risorse da canone in più di noi, la Germania quasi tre volte“, ha dichiarato Fuortes a Repubblica.
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Fuortes intende la sua proposta come in grado di adeguarsi a tanti altri paesi europei, dove a differenza dell’Italia, in cui vige una legge del 1938, si paga in base alla possibilità di vedere i programmi, e non soltanto se si possiede un apparecchio radiotv. Ma in diversi paesi europei dove la tv pubblica è sostenuta direttamente dallo Stato, non esiste alcun canone. Parliamo di nazioni come Olanda, Belgio, Spagna e dei paesi scandinavi.
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