Terni, il sindaco vieta minigonne e scollature: scontro con la blogger Elisa D’Ospina

Il sindaco di Terni ha pubblicato una delibera che vieta alle donne di vestirsi in modo provocante. E scoppia la polemica non solo tra i politici ma soprattutto tra la società civile. “Deriva talebana”, l’hashtag che circola sui social.

“Volevo chiedere al sindaco di Terni se una scollatura e una gonna corta fanno di me una prostituta”. Le parole di Elisa D’Ospina. (Immagine da Instagram)

Sta facendo discutere un’ordinanza emanata dal sindaco di Terni Leonardo Latini che vieta scollature e minigonne. Il primo cittadino del comune dell’Umbria ha deciso di mettere nero su bianco una serie di regole di comportamento. “E’ fatto divieto a chiunque di mantenere un abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione“. Sono le parole contenute nella delibera cittadina.

Secondo il sindaco leghista, se una donna indossa una minigonna o è particolarmente scollata, farebbe intendere di essere una prostituita. La delibera ha suscitato lo sdegno di molti cittadini e di politici. In particolare, è stata la senatrice del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli che ha commentato la disposizione. “No, non siamo in Afghanistan sotto il regime talebano, ma in Umbria. Il sindaco di Terni emana un’ordinanza che impone alle donne il divieto di abbigliamento provocante, pena l’equiparazione a prostitute“, ha scritto .

Le soluzioni della Lega sono grottesche e offensive per la tutela del territorio ternano. Invece di trovare soluzioni ai problemi della città e risollevare l’economia, il sindaco vuole eliminare la prostituzione vietando minigonne e scollature e limitando la libertà delle donne. Una decisione ridicola e grave che ci fa capire a che livello è arrivato il partito di Salvini, un livello medioevale, omocentrico e privo di idee“, ha aggiunto anche Emma Pavanelli.

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Terni, vietate minigonne e scollature. Le polemiche in città e sui social

Anche molti comitati cittadini si sono opposti alla delibera e hanno protestato ma il sindaco è irremovibile e ha detto che non ritirerà la delibera. “C’è solo l’intenzione di fornire alle forze dell’ordine uno strumento per intervenire e impedire fenomeni odiosi come lo sfruttamento della prostituzione”, ha risposto il sindaco Latini. A dargli manforte il suo partito, la Lega. “Ci sono battaglie che non dovrebbero avere colore politico e l’obiettivo universale dovrebbe essere garantire sicurezza e decoro“, hanno scritto i leghisti.

Sui social si è alzato un polverone di polemiche, non solo tra i politici. Su Facebook molte donne hanno pubblicato foto con minigonne e camicette. Anche la blogger Elisa D’Ospina ne ha pubblicata una dove ha scritto: “volevo chiedere al sindaco di Terni se una scollatura e una gonna corta fanno di me una prostituta“. La domanda è volutamente ironica vers il primo cittadino. Intanto su Facebook e Twitter impazza l’hashtag #derivatalebanaTerni.

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