Cannabis legale, le firme del Referendum arrivano in Cassazione: cosa accade ora

Oltre 630 mila firme. Sono quelle depositate questa mattina presso la Corte di Cassazione per la modifica dell’attuale legge sulla cannabis. Il quesito referendario mira a intervenire sia sul piano della rilevanza penale, sia per quanto riguarda le sanzioni amministrative.

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Cannabis legale, depositate oltre 630 mila firme in Cassazione

Depositate in mattinata, presso la Corte di Cassazione, le oltre 630 mila firme, raccolte in poco più di un mese, per il Referendum sulla Cannabis legale. L’obiettivo dichiarato, del Comitato promotore, è andare al voto la prossima primavera per richiedere la modifica dell’attuale normativa.

“Oggi abbiamo portato in Corte di Cassazione le firme di oltre mezzo milione di italiane e italiani. La risposta è stata straordinaria ma non sorprendente. Hanno preso parte molti giovani, oltre il 70% delle persone che hanno firmato ha meno di 35 anni. Le sottoscrizioni sono arrivate dalle grandi città ma anche dai piccoli comuni. Un’omogeneità che sottolinea la portata e l’interesse del tema”, ha dichiarato il Presidente del Comitato promotore e membro dell’Associazione Luca Coscioni Marco Perduca.

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Cannabis, Fratoianni: “Combattiamo ipocrisia che ha abbattuto il Ddl Zan”

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Referendum Cannabis, il parere di Fratoianni

Secondo il Segretario Nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni è giusto che agli italiani sia data la possibilità di esprimersi sulla questione della legalizzazione della cannabis: “Significa abbattere la cultura ipocrita ed inefficace del proibizionismo, che in questi anni ha provocato solo danni, ha ingrassato la criminalità organizzata, ha intasato i tribunali, ha gettato in carcere generazioni di ragazzi e ragazze, ha aumentato la marginalità sociale e perfino l’insicurezza”, ha dichiarato Fratoianni ai giornalisti presenti in Piazza Cavour a Roma.

Lo stesso Fratoianni ha poi precisato: “Il Referendum è l’occasione per ricostruire un meccanismo di partecipazione che consenta alla società di questo Paese di fare irruzione in un dibattito politico spesso bloccato da una coltre di ipocrisia. Come ha dimostrato anche ieri il voto vergognoso sul Ddl Zan. Ha abbattuto una legge di civiltà. Ecco questo Referendum forse ci consentirà di evitare un rischio simile”, conclude il leader di Sinistra Italiana.

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