Non solo la logistica, i trasporti, adesso l’obbligo del Green Pass sul luogo di lavoro mette a rischio circa 2 milioni di lavoratori. Da lunedì potrebbero restare a casa: l’allarme delle imprese.
Un nuovo allarme che mette a rischio il settore produttivo italiano di imprese e artigiani e non solo quello economico del paese. L’indicazione ad alto rischio l’ha indicata la Cgia di Mestre, l’Associazione degli artigiani e piccole imprese. Se il Governo ha deciso per decreto che l’ingresso negli uffici e nelle fabbriche è consentito solo a chi ha il Green pass, da lunedì mattina il rischio è che circa due milioni di lavoratori italiani resteranno a casa. 210mila solo in Veneto.
Secondo la Cgia l’impossibilità di farsi il tampone sarebbe dettata dal fatto che le strutture pubbliche e private oppure le farmacie, non sarebbero in grado di gestire la mole di test richiesti, ogni giorno, per garantire le esigenze di tutti. Di conseguenza il lavoratore non può recarsi a lavoro e quindi resta a casa senza stipendio.
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Dunque come ovviare all’assenza sul posto di lavoro di quasi 2 milioni di lavoratori dall’inizio della prossima settimana? Secondo lo studio della Cgia di Mestre l’attuale decreto dello Stato sul Green Pass lede il diritto al lavoro a milioni di persone, principio fondamentale in uno Stato di diritto. Per questo motivo l’Associazione degli artigiani e piccole imprese sostiene due strade percorribili. La prima: stabilire che il green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino, eliminando il caos sui tamponi.
La seconda invece è quella di mobilitare l’Esercito, la Protezione civile ovvero tutte le unità mobili disponibili in grado di fare i tamponi, soddisfare le richieste di tutti e ottenere il certificato verde. Ad oggi è evidenziato come in Italia siano circa 3 milioni i lavoratori senza Green pass, il 13 percento sul totale. La regione più irriducibile è la Sicilia, sarebbero 625.565 le persone non vaccinate. Dietro ci sono la Calabria, la Provincia Autonoma di Bolzano, la Valle d’Aosta e Marche. Lombardia e Lazio invece tra le più virtuose.
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