Continua l’allarme botulino in Italia, non basta bollire e congelare: ecco cosa serve per evitare ogni rischio
L’ansia da botulino continua ad affliggere milioni di italiani, dopo i numerosi casi di cronaca di questa estate. Il numero delle vittime negli ultimi giorni è salito, e anche per questo si sono moltiplicati gli appelli degli esperti per invitare la popolazione a fare attenzione non solo al consumo di sottoli e conserve, ma anche alla loro creazione in casa. Spesso è infatti in ambiente domestico che può più facilmente svilupparsi il botulino: bollire e congelare non basta a far dormire sonni tranquilli.

Fermo restando che il botulino può generarsi solo nel caso di conserve non acide (e quindi non per sottaceti, passate di pomodoro, marmellate e simili), sono diversi gli alimenti che possono essere contaminati, soprattutto se le conserve vengono preparate in casa, dove è quasi impossibile garantire quella sterilizzazione che invece, a livello industriale, dovrebbe essere la norma.
Da questo punto di vista, far bollire i vasetti a 100 gradi, come consigliato dai vecchi “rimedi della nonna”, non basta per distruggere le spore del batterio. Anzi, la bollitura potrebbe anche comportare un rischio maggiore, dal momento che uccide i microrganismi presenti nella conserva, potenzialmente in grado di fermare la crescita del botulino, favorendone quindi la crescita.
Solo una bollitura protratta per 8-10 ore potrebbe essere efficace, ma comprometterebbe le caratteristiche organolettiche della conserva. In alternativa, sarebbe possibile far bollire la conserva per 5-10 minuti, a patto però di consumarla immediatamente. In generale, gli esperti consigliano però altri metodi per evitare ogni rischio.
Come evitare il rischio di contaminazione da botulino: i consigli degli esperti
Anche il congelamento non elimina del tutto il rischio di botulinismo. Per quanto possa bloccare la crescita del batterio, le spore di quest’ultimo riescono a sopravvivere anche a temperature molto basse, e possono quindi riprendere la propria attività di crescita una volta scongelato l’alimento.
Se bollire e congelare non sono quindi metodi adatti per riuscire a prevenire e contrastare il diffondersi del batterio, esistono però altri modi per poter stare tranquilli ed evitare di consumare alimenti infetti.

Al di là delle conserve non acide, è infatti abbastanza sicura la preparazione in casa di conserve che non necessitano di sterilizzazione, come sottaceti, alimenti in salamoia, marmellate e confetture. Anche le conserve di pomodoro possono essere prodotte con relativa tranquillità. Diverso, invece, il discorso per i sughi pronti, in quanto la presenza di carne o pesce potrebbe ridurre l’acidità del pomodoro.
In ogni caso, per evitare ogni tipo di preoccupazione, soprattutto nel caso delle conserve di produzione industriale, è consigliabile ispezionare il contenitore prima del consumo. In particolare, se i tappi appaiono incurvati verso l’alto, e si sente il classico “clic” al centro premendo con il dito, è possibile che ci sia stato uno sviluppo di microrganismi e di conseguente produzione di gas.
Tra l’altro, questo gas potrebbe essere individuato anche osservando il contenitore: se sono presenti bollicine d’aria che salgono dal fondo verso l’alto, è quasi certo che possa esserci stata contaminazione. In ogni caso, qualora si avesse anche solo il sospetto di una perdita di emeticità da parte del barattolo, o se il prodotto presenta un odore o un colore alterato, per precauzione è consigliabile evitare non solo la consumazione, ma anche il semplice assaggio.