Decade l’obbligo del POS: in questi casi gli esercenti non sono più obbligati ad accettarlo

L’obbligo del POS è stato messo a dura prova dall’ultima sentenza, quella destinata a cambiare per sempre le carte in tavola, nonché la legge stessa.

Per anni è rimasto lì, tra le righe delle normative, più come un invito che come un obbligo vero e proprio. L’introduzione del Pos obbligatorio risale al 2014, ma per un lungo periodo chi rifiutava il pagamento elettronico poteva farlo senza alcuna conseguenza. Nessuna sanzione, nessuna stretta: solo una legge disattesa e una certa tolleranza, soprattutto tra i piccoli esercenti.

Cliente che paga con il POS
Decade l’obbligo del POS: in questi casi gli esercenti non sono più obbligati ad accettarlo – free.it

La situazione è cambiata solo nel 2022, quando il legislatore ha deciso di passare dalle buone intenzioni alle multe. Dal 30 giugno di quell’anno, chi si rifiuta di accettare un pagamento con carta può essere sanzionato con 30€, più il 4% della somma negata. Un passaggio decisivo che ha segnato davvero la libera scelta degli esercenti.

Eppure, come spesso accade, esistono delle eccezioni. Non tutti i rifiuti sono punibili, e ci sono situazioni in cui l’esercente può dire di no senza infrangere la legge. Ed è proprio in queste pieghe della normativa che si annida una realtà meno conosciuta, ma molto concreta di cui ha fatto luce l’ultima sentenza pronta a cambiare le carte in tavola, almeno come le conosciamo ad oggi.

POS obbligatorio, sì ma non per tutto: cosa cambia davvero

La storia inizia nel 2024, in una tabaccheria di Genova. Un cliente chiede di pagare un pacchetto di sigarette con la carta, il titolare si rifiuta. Il cliente chiama la Guardia di Finanza, parte il verbale, scatta la sanzione. Tutto secondo le regole in vigore dal 2022, quando è diventato sanzionabile rifiutare il Pos. Peccato che, stavolta, sia andata diversamente.

Ma il tabaccaio non si è arreso. Dopo aver perso il ricorso davanti al prefetto, si è rivolto al giudice di pace. E lì è successo qualcosa di inaspettato: il verbale è stato annullato, la multa cancellata. Il motivo? Una legge già esistente, ma finora rimasta sottotraccia.

diversi pos
POS obbligatorio, sì ma non per tutto: cosa cambia davvero – free.it

Secondo la normativa sui monopoli di Stato, i prodotti come le sigarette devono essere venduti a un prezzo fisso, stabilito dall’Agenzia delle Dogane. L’esercente non può aumentarlo, nemmeno per recuperare i costi delle commissioni Pos. E visto che i margini su quei prodotti sono già bassissimi, obbligare il pagamento elettronico – secondo il giudice – violerebbe il principio costituzionale della libertà d’impresa. Talvolta potrebbe addirittura non guadagnarci nulla sull’acquisto.

È così che un obbligo nazionale ha trovato il suo limite proprio dentro una legge dello Stato. Morale? I tabaccai non sono più obbligati ad accettare carte per le sigarette. E da qui, la domanda inevitabile: se vale per i monopoli, potrebbe valere anche per altri settori? Chissà. La porta, intanto, è stata aperta per un settore che è stato per troppo tempo penalizzato.

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