Sembra difficile da credere, ma l’Agenzia delle Entrare potrebbe fare dei controlli inaspettati sul proprio conto se si ha un parente indebitato.
Se dapprima scovare dichiarazioni false e denaro non dichiarato poteva rappresentare un’impresa per l’Agenzia delle Entrate, oggi il quadro si fa più limpido, quasi trasparente. Tutto questo da quando l’ente può avere accesso ai dati incrociati, ossia le informazioni bancarie e postali del contribuente. Nel momento in cui scatta il sospetto, sta allo stesso contribuente dover dimostrare spese, entrate e persino uscite.

Vita dura, dunque, per gli evasori, ma a quanto pare anche per chi gli sta vicino. Ci sono alcuni casi in cui l’ente ha non solo la facoltà, ma anche il diritto di controllare la situazione fiscale di chi intrattiene rapporti con lui, o comunque di chi ha effettuato transazioni con lo stesso. Questo rende il quadro più chiaro per l’Agenzia, certo, ma potrebbe creare dinamiche nuove che è bene conoscere per non finire – anche da innocenti – sotto l’occhio del Fisco.
L’ultima sentenza della Cassazione ci aiuta a capire meglio il quadro – a cosa è esposto il familiare, ma anche l’amico o il socio dello stesso contribuente sospetto.
Quando l’Agenzia può controllare anche i parenti: il caso in Cassazione
Tutto nasce da una recente sentenza della Cassazione che conferma la legittimità, per l’Agenzia delle Entrate, di estendere i controlli fiscali anche ai familiari del contribuente sospettato di evasione. In pratica, se il Fisco rileva movimenti anomali su un conto bancario – somme ingenti, versamenti sospetti o spese che non tornano con il reddito dichiarato – ha la possibilità di allargare la lente d’ingrandimento a chi, in qualche modo, interagisce con quel denaro.

È quanto accaduto proprio nel caso esaminato dalla Suprema Corte, dove i giudici hanno stabilito che i parenti stretti possono essere soggetti a verifica se ci sono legami patrimoniali o trasferimenti di fondi ritenuti poco chiari.
Un esempio? Mettiamo caso che un figlio riceve un bonifico importante dal padre, su cui pende già un sospetto di evasione. Il ragazzo potrebbe finire sotto accertamento, pur non avendo alcun ruolo nei presunti illeciti del genitore. Durante il controllo, però, l’Agenzia potrebbe scoprire spese o incassi del figlio non coerenti con il suo stesso reddito, aprendo così un ulteriore fascicolo a carico del familiare.
Si tratta di un effetto domino non sempre prevedibile – la verifica mirata su un soggetto può portare alla luce eventuali omissioni o irregolarità di chi gli è vicino, anche se estraneo all’indagine iniziale. Proprio per questo è fondamentale tenere traccia di ogni entrata e di ogni uscita, per non ritrovarsi in difficoltà quando il Fisco chiede conto di rapporti e movimenti di denaro che possono sembrare, a prima vista, innocui.