Whatsapp come Telegram, così Zuckerberg strizza l’occhio alla concorrenza: cosa cambia con l’ultimo aggiornamento

Whatsapp si adegua alla concorrenza. Zuckerberg brucia le tappe e, nell’ultimo aggiornamento, cambia la portabilità delle foto. I dettagli.

Whatsapp guarda al futuro e anche alla concorrenza. Ormai Meta è a tutti gli effetti un competitor nella comunicazione e nelle nuove forme di condivisione che caratterizzano la vita degli utenti sotto diverse sfaccettature. È guerra all’ultimo aggiornamento: i leader del settore pensano a come accattivarsi maggiormente il pubblico e Meta non può – né tantomeno intende – restare a guardare.

Mark Zuckerberg
Marck Zuckerberg, la nuova strategia (Pixabay)

Quindi Zuckerberg si è messo al lavoro con i collaboratori e, dopo aver guardato a Musk, strizza l’occhio anche altrove. Per la precisione a Telegram che si pone come un servizio di messaggistica istantanea, ma è sempre più simile a un bagaglio personale di dati. È possibile scambiare messaggi, ma anche rimanere aggiornati attraverso i canali di comunicazione di professionisti e non solo.

Whatsapp, Zuckerberg cambia la portabilità fotografica: cosa significa

Zuckerberg ha lavorato in tal senso e, dopo aver agito e inciso sulle formule di scambio di messaggi, pensa anche alla condivisione di documenti. Si è reso conto che Telegram ha il vanto di poter scaricare e ricevere foto senza compressione. Invece su Whatsapp lo scambio di immagini, in termini di Pixel, è più compresso e complesso. Il nuovo aggiornamento cambierà tutto questo: sarà possibile scambiare file senza pensieri di memoria e restringimento dimensioni.

Mark Zuckerberg e la moglie Priscilla Chan

La qualità delle foto rimarrà la stessa. Invio dopo invio. Questa, se venisse confermata, sarebbe una vera e propria svolta per tutti gli addetti ai lavori che usano i servizi di messaggistica istantanea anche per scambiarsi file e documenti. Un modo in più per Zuckerberg di avvicinarsi agli esperti del settore.

Plauso anche da parte degli utenti più giovani che non sempre lo usano per lavorare, ma l’idea di potersi scambiare immagini senza rimetterci dal punto di vista qualitativo intriga. Anche perchè, oggi, dipendiamo da un’immagine social. Aspetto che prima di Zuckerberg era ignoto, ora invece è consuetudine. Gli altri si sono ispirati a lui, ora lui si ispira agli altri. In questo grande scambio politico culturale chiamato progresso.

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