Mafia, Ndrangheta e Camorra: come funzionava il sistema criminale in Lombardia. Coinvolti politici

Un sistema illegale con la grande alleanza di ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra: cosa avevano deciso e perché la Lombardia è luogo di grandi affari. Coinvolta anche la politica locale. 

Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra unite da una sorta di consorzio della mafie per fare affari in Lombardia. L’indagine ha messo in luce una novità assoluta sul fronte della criminalità organizzata attiva in alcune zone del Settentrione d’Italia.

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Le indagini sono durate diversi mesi e avrebbero appurato legami fra politica e criminalità organizzata (ANSA)

L’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, insieme ai carabinieri, ha permesso di certificare il salto delle tre organizzazioni criminali. Questo è quanto accertato dal procuratore capo Marcello Viola, dal pm aggiunto Alessandra Dolci e dalla pm Alessandra Cerruti.

Cosa è accaduto e quali sono i clan coinvolti

Associazioni mafiose e fazioni dedite ad un accordo per unire le forze e dare spazio ad un grande patto. Un’alleanza creata appositamente per motivi di profitti, affari illegali e molto altro. Questo è quanto emerso dall’indagine che apportato all’arresto di 11 persone e al sequestro di oltre 223 milioni di euro.

Il gip Tommaso Perna ha proceduto con 11 misure cautelari, di cui 8 con aggravanti mafiose, di fronte a 154 richieste: 143 indagati sono attualmente a piede libero (142 per la precisione visto che uno è morto). L’inchiesta ha permesso di mettere in mostra nomi importanti delle organizzazioni criminali.

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Carabinieri in azione per fermare un traffico illecito derivato da un accordo criminale in Lombardia (ANSA)

Coinvolti esponenti della ‘Ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, cosca Iamonte e la famiglia Romeo. Indagati anche esponenti di spicco di Cosa Nostra come i Fidanzati, nello specifico Giuseppe “Ninni” e “zio” Stefano, rispettivamente figlio e fratello del superboss Gaetano (detto don Tano, capo dei Corleonesi, morto 11 anni fa), Paolo Errante Parrino, i trapanesi legali al mandamento di Castelvertrano (Matteo Messina Denaro), Rinzivillo e la cosca dei Mazzei (Catania).

Anche la Camorra sarebbe stata parte attiva con i Senese, operativi a Roma e legati al clan Moccia di Afragola. Le associazioni criminali hanno fatto affari fra di loro in Lombardia, ma per gli 11 arrestati le accuse a vario titolo sono: estorsioni aggravate dalla modalità mafiosa, reati finanziari come false fatturazioni e intestazioni fittizie, nonché traffico di stupefacenti.

Nel traffico della droga in Lombardia sarebbero coinvolti anche Massimo Rosi, indicato come la “mente” dei viaggi delle sostanze stupefacenti, nonché Gioacchino Amico. La figura di rilievo nata in provincia di Agrigento è la figura del clan camorristico dei Senese.

Politica coinvolta e frasi intercettate

Ma è dalle intercettazioni che emergerebbero novità sull’asse politica-organizzazioni criminali attive a Milano. “La settimana prossima scendiamo a Roma da una mia amica… una che segue quattro, cinque deputati…“, si legge nelle intercettazioni pubblicate da Repubblica che si riferiscono ad un uomo del clan Senese a Milano.

Si tratta di Gioacchino Amico, una delle persone arrestate per estorsione e traffico di droga: durante l’attività investigativa gli investigatori hanno trovato e sequestrato quattro pistole. All’attivo ci sarebbero agganci con alcuni esponenti locali del centrodestra (Fratelli d’Italia, partito a cui sarebbe iscritto ndr).

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Indagini a tutto campo, coinvolta criminalità organizzata e politica (ANSA)

Mi è arrivata la tessera di partito… Fratelli d’Italia..“, dice l’uomo intercettato il 16 maggio 2020. Secondo i racconti dell’uomo, infatti, ci sarebbero rapporti fra organizzazioni criminali e politico alquanto estesi: ci sarebbero coinvolti anche esponenti di Forza Italia. L’uomo avrebbe infatti discusso con un altro indagato in merito all’idea di presentare una lista in vista delle elezioni comunali a Canicattì.

Il prossimo anno abbiamo le comunali, ci facciamo la lista a Canicattì, io chiamo la Frassinetti“, si legge nelle intercettazioni che fanno riferimento alla deputata Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia), attuale sottosegretaria all’Istruzione.

Ma l’intenzione è quella di estendere i confini del malaffare anche per gli appalti di sanificazione in Lombardia. Da segnalare l’acquisto di una ditta, a dicembre 2020, con tanto di scelta derivata dai tentativi precedenti di accreditarsi nella Regione lombarda. A tal riguardo, infatti, le indagini farebbero emergerebbe una telefonata fra Amico e Monica, Rizzi, ex consigliera regionale della Lega, nonché assessore allo Sport nel 2012.

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