Incidente Mestre, bus andava a 3 chilometri orari prima di precipitare: i dettagli della perizia tecnica

L’incidente avvenuto sul cavalcavia di Mestre fa emergere nuove ipotesi: il dato tecnico rilevato dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza mette in mostra il bus che cade nel vuoto. Cosa emerge dai fotogrammi. 

Il bus de La Linea è precipitato lo scorso 3 ottobre a Mestre, in provincia di Venezia, ripreso dalle immagini delle videocamere di sorveglianza del Comune. Alle 19.38 e 38 secondi si vede impennare il mezzo e successivamente cadere nel vuoto. Il dato tecnico ipotizzato dal filmato troverebbe riscontro nel registro informatico che immagazzina in tempo reale i movimenti e le variazioni di potenza del bus.

Mestre incidente
Incidente accaduto a Mestre, la carcassa del bus elettrico precipitato da un cavalcavia che ha provocato 21 vittime (ANSA)

Il mezzo sarebbe impennato e successivamente caduto nel vuoto, così come mostrato dal cloud che si trova in Cina, precisamente nella sede di Yutong, fabbrica costruttrice dei bus di La Linea. Questo è quanto emerso dall’analisi cinetica del video che ha ripreso la tragedia.

I dettagli

L’incidente dello scorso 3 ottobre, avvenuto con il mezzo precipitato dal cavalcavia Superiore di Marghera, era al momento della tragedia guidato da Alberto Rizzotto. Il mezzo condotto dall’uomo trevigiano procedeva ad una velocità di 3 chilometri all’ora: era praticamente quasi fermo.

Come se non bastasse, inoltre, ci sarà da chiarire altro grazie alla scatola nera, elemento già estratto dal bus che si trova attualmente sotto sequestro presso l’ex mercato ortofrutticolo di Mestre. Al momento la Procura non avrebbe ancora optato per alcuna perizia.

Mestre
Mestre, chi è Alberto Rizzotto, l’autista del pullman precipitato ieri sera nel Veneziano (ANSA)

E proprio dalla memoria si attendono risposte sul comportamento del mezzo precipitato e costato la vitta all’autista del mezzo e a 20 turisti provenienti da diverse zone del mondo: 15 i feriti. Tutte le persone presenti erano di ritorno nel camping Hu di Marghera dopo una giornata trascorsa a Venezia.

Intanto dai primi accertamenti sarebbe stato escluso il malore sanitario del conducente come possibile concausa dell’incidente. La risposta, quindi, potrebbe offrirla la telecamera frontale, presente sul bus, che però non punterebbe verso l’autista, ma che potrebbe offrire un quadro sul comportamento dell’uomo deceduto.

Attualmente sono tre gli indagati per la tragedia si tratta dell’ad di La Linea Massimo Fiorese, del dirigente Viabilità del Comune di Venezia Roberto Di Bussolo e del responsabile del Servizio manutenzione del Comune Alberto Cesaro.

Ancora alcuni dubbi

Non è stato ancora accertato cosa abbia provocato la perdita di controllo del mezzo. Potrebbe trattarsi di un guasto tecnico o di un malore. L’esame autoptico non si è ancora concluso, ma dai primi accertamenti non ci sarebbero problemi sanitari per il conducente dell’autobus.

Ipotesi Mestre
Gli inquirenti indagano sulle ipotesi dell’incidente accaduto a Mestre (ANSA)

In ogni caso, inoltre, proprio la telecamera frontale, installata sul mezzo, potrebbe offrire dettagli in merito. Dotata di grandangolo, infatti, potrebbe mostrare il riflesso del comportamento di Alberto Rizzotto. I funerali dell’autista si è intanto celebrato lo scorso martedì 17 ottobre alla presentata dell’ad de La Linea Fiorese e di Renato Boraso, assessore ai Trasporti del Comune di Venezia.

Proprio la nomina dell’ingegnere Placido Migliorino, dirigente del ministero delle Infrastrutture, servirà per effettuare delle verifiche. Il dirigente è denominato il “Mastino” vista l’accuratezza con cui avrebbe svolto gli accertamenti di manutenzione effettuati dalla concessionaria autostradale nel Centro Italia.

Questo soprannome fu dato da alcuni dipendenti durante l’inchiesta per il crollo del ponte Morandi, tragedia accaduta a Genova il 14 agosto 2018. In seguito alla tragedia nella città ligure, infatti, Migliorino fu nominato responsabile verifiche straordinarie sulla sicurezza statica dei viadotti autostradali. Mancano in ogni caso alcuni dettagli sulla vicenda, ma il quadro inizia a delinearsi, con tanto di primi indagati che dovranno difendersi da accuse ben precise.

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