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Cronaca

Si spacciano per bancari e gli svuotano il conto. La truffa del finto attacco hacker

Published by
Maria Teresa Bianco

La truffa è andata a segno su un 27enne di Ceccano quando un gruppo di hacker si spacciano per funzionari della banca e gli svuotano il conto. Oltre 10mila euro spariti

La scusa per svuotargli il conto corrente era un (finto) attacco hacker. Così dei truffatori professionisti hanno prelevato sul conto di una ragazzo di Ceccano (provincia di Frosinone) 10 mila euro facendosi passare per i funzionari della banca dove la vittima ha il conto. Il phishing, ovvero pescare, è il termine inglese che meglio descrive questo genere di truffe.

Si spacciano per dei finti funzionari di banca e rubano 10 mila euro dal conto corrente di un ragazzo di 27 anni. La truffa dell’attacco hacker. Come riconoscerla (free.it)

I raggiri, in tal senso, consistono nel furto di dati finanziari e password per accedere ai conti correnti bancari delle vittime prescelte. Di solito possono essere utilizzati messaggi o mail, ma può capitare anche che i truffatori di turno telefonino direttamente il malcapitato di turno. Come è accaduto al ragazzo del frusinate nei giorni scorsi.

La truffa del finto attacco hacker: si spacciano per bancari e svuotano il conto

Un giovane di 27 anni originario di Ceccano (Frosinone) è stato vittima di una truffa da parte di un gruppo di ladri che gli hanno rubato dal conto corrente bancario ben 10 mila euro con la scusa di un attacco hacker, ovviamente finto. La truffa è avvenuta pochi giorni fa quando il malcapitato ha ricevuto una telefonata da una persona che si spacciava per l’addetto dell’ufficio antifrode dell’istituto bancario in cui aveva il conto.

Si spacciano per bancari e svuotano il conto a un giovane 27enne di Ceccano. Il racconto della truffa del finto attacco hacker. Ecco come difendersi (free.it)

Il 27enne è stato così informato che il suo conto corrente stava subendo un attacco degli hacker e che a breve tutto il suo patrimonio sarebbe andato perso. Il ceccanese cade nella trappola e immediatamente si precipita ad eseguire tutti gli ordini che il truffatore gli aveva impartito. Così fornisce all’uomo tutti i dati per accedere al conto corrente attraverso internet.

Poco tempo dopo il conto corrente del giovane 27enne di Ceccano su cui erano depositati circa 10 mila euro si è svuotato di colpo. Appena resosi conto di quanto era appena accaduto, il ceccanese tenta di intervenire ma, ormai, è troppo tardi. Così alla vittima rimane solo che sporgere querela contro ignoti.

Come riconoscere le truffe telefoniche

Dopo la denuncia per furto il legale di fiducia del 27enne, l‘avvocato Pietro Polidori, ha annunciato che intende chiedere un “rimborso” anche alla banca del suo cliente perché ritiene che ci sarebbero delle “falle” nel sistema di sicurezza per quanto riguarda i pagamenti in rete.

Secondo l’avvocato Polidori, come riporta anche il Messaggero: “Gli utenti della banca dovrebbero essere maggiormente tutelati”. In merito a questo genere di truffe, ancora una volta interviene la Polizia Postale con la raccomandazione di non fornire mai, in nessun caso a nessuno e soprattutto via telefonica le proprie coordinate bancarie o altri dati sensibili che potrebbero portare gente senza scrupoli e truffatori a compiere le varie azioni illegali.

Nel frattempo, il giovane truffato rimane in attesa che venga fatta giustizia, nel tentativo di recuperare quello che ha perso, ovvero i risparmi di una vita. Oggigiorno le truffe telefoniche sono sempre più in aumento. Come fare per riconoscerle? Ecco i segnali più evidenti da conoscere per evitare di cadere nella trappola dei truffatori.

  1. Le chiamate arrivano da numeri con prefissi esteri o in alcuni casi anche nazionali (ad esempio 02 o 06). Oppure sono temporanei e generati automaticamente da appositi software.
  2. Il mistero sugli operatori. Se non si identificano in modo chiaro e sono evasivi in risposta alle domande che la presunta vittima espone, molto probabilmente sono dei truffatori.
  3. Gli operatori sono molto insistenti. Chiedono di avere i dati sensibili presenti su documenti e bollette.
  4. Cercano di far stipulare un contratto con un nuovo gestore parlando di subentro o di mancata attivazione di un precedente contratto.

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