E’ stata violentata dallo zio ma la vittima denuncia gli abusi subiti dopo sei anni. La motivazione della ragazza sconvolge. I giudici di Perugia condannano l’uomo per violenza sessuale
Ha avuto un grande coraggio la ragazza che è stata abusata dallo zio 40enne ripetutamente tra le pareti di casa a denunciare gli stupri subiti. Ha tenuto dentro di sé quell’orrore per molti anni prima di fare il passo giusto e sporgere querela verso il parente orco.
Ma la spinta che ha portato la vittima a recarsi dai carabinieri per denunciare i fatti accaduti sei anni prima è arrivata involontariamente dalla sorella minore della stessa ragazza violentata. La paura che quel dramma potesse continuare anche con la sorellina è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’ingiustizia.
Le violenze sessuali avvenivano a Perugia nell’abitazione di famiglia della vittima. Lo stupratore era lo zio che, all’interno delle mura domestiche, ha approfittato fisicamente della nipote spesse volte. Lei, la vittima ha taciuto gli abusi per se per non sconvolgere la vita della sua famiglia ma poi, quando ha capito che quell’orrore stava per compiersi anche sulla sorella minore, è esplosa.
Una famiglia tranquilla e per bene quella della vittima. Sconvolta ora per quel parente che non era uno zio ma un mostro che dopo aver violentato la nipote della sua compagna ha tentato di fare lo stesso con la sorella minore della ragazza. La povera vittima però è riuscita a impedire che la storia si ripresentasse di nuovo e per bloccare l’orrore ha denunciato l’uomo.
Per gli abusi denunciati dalla ragazza, lo zio acquisito è stato condannato per violenza sessuale in primo grado alcuni mesi fa alla fine di un iter giudiziario iniziato dopo la denuncia sporta dalla nipote. Anche se i fatti risalivano a sei anni prima, il tempo non ha mai cancellato il dolore fisico e psicologico subito dalla ragazza ma neanche dimenticato le responsabilità penali dell’aggressore 40enne. I legali dell’uomo intanto hanno presentato ricorso in appello puntando sulla non attendibilità di quanto denunciato dalla giovane vittima.
Seppur sono trascorsi sei anni dagli abusi e la richiesta dei legali dell’uomo di non attendibilità dei fatti denunciati dalla ragazza, la sentenza numero 97/2023 depositata lo scorso luglio non ha convinto i giudici di secondo grado che, invece, hanno confermato la condanna per violenza sessuale.
Come riporta anche il Messaggero, nella sentenza emessa dai giudici si legge: “L’attendibilità della persona offesa dal delitto di violenza sessuale non è compromessa dal decorso di tanti anni dal momento in cui erano iniziate le condotte illecite al momento della denuncia dei fatti”.
Poi i giudici concludono scrivendo: “La Corte riteneva che il decorso di tale termine (6 anni ndr) non fosse indicativo dell’insussistenza delle condotte contestate, asseritamente frutto dell’immaginazione della persona offesa, quanto piuttosto della volontà della ragazza di non sconvolgere gli equilibri familiari. Desiderio che era stato poi superato dal timore che l’imputato potesse commettere le stesse condotte nei confronti della sorella minore della vittima e che l’aveva condotta alla divulgazione dei fatti”.
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