Stupro di gruppo Palermo, spuntano sul profilo social di uno degli aggressori arrestato 6 video. Chi li ha pubblicarli

E’ finito in manette accusato dello stupro di gruppo avvenuto a Palermo ma uno dei suoi profili social è molto attivo da quando è in carcere. Spuntano sei video che lo ritraggono in diverse occasioni. Chi è stato a postarli e perché?

In carcere al Pagliarelli da venerdì scorso, Christian Maronia è accusato di violenza sessuale aggravata dopo lo stupro di gruppo avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo. Ma nelle ultime 24 ore uno dei suoi profili social è stato molto attivo con, addirittura, sei video pubblicati.

stupro di gruppo
Stupro di gruppo Palermo, spuntano 6 video sul profilo di uno degli arrestati. (@tiktok) free.it

Il profilo TikTok del 19enne è aperto da pochi giorni e gestito da parenti o amici che hanno pubblicato i contenuti del ragazzo realizzati prima del suo arresto quando ancora era solo indagato. Chi ha postato ora questi nuovi video con tanto di emoticon divertenti? Un brutto scherzo che punta alla mancanza di rispetto nei confronti della vittima di abuso.

Stupro di gruppo, 6 video apparsi sul profilo social di Christian Maronia, ma lui è in carcere. Chi è stato?

Come riporta la Repubblica, in uno dei post apparsi sul profilo di Christian Maronia si legge: “Quando tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici”. La frase è seguita da una emoticon che ride fino alle lacrime. Una faccina che in molti hanno letto come l’ennesima violenza nei confronti della giovane vittima di stupro.

Polizia Postale
La Polizia Postale indaga sul caso di stupro (ANSA)

Questa e tante altre frasi fanno da sfondo ai video sbucati sul profilo TikTok del 19enne che oggi sarà sentito per l’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Palermo. Proprio oggi che Christian dovrà rispondere di quanto accaduto nel cantiere abbandonato al Foro Italico lo scorso 7 luglio, sul suo profilo social girano questi contenuti pubblicati da terze persone con il suo volto e l’hashtag #nonhofattonulladimale.

Il profilo social in questione era stato aperto appositamente dopo la diffusione della notizia dello stupro di gruppo. I video però erano stati confezionati da Maronia molto prima. Sapeva già di essere indagato così come era a conoscenza del fatto che la procura di Palermo aveva chiesto per lui la custodia cautelare a inizio agosto. Inizialmente Manoria non era stato riconosciuto dalla vittima, al contrario di altri tre indagati finiti subito in carcere. Ed è stato proprio uno di questi, Angelo Flores, ha indicare agli inquirenti tramite il video da lui stesso girato dello stupro, chi fosse Manoria. Così la posizione dell’indagato si è aggravata tanto da disporre la custodia in carcere lo scorso venerdì.

I 6 video su TikTok

Christian Maronia avrebbe, dunque, preparato i sei video fra il 4 agosto e venerdì scorso senza però postarli in prima persona. E’ dunque sicuro che sia stato qualcun altro a pubblicarli al posto suo dopo l’arresto. Nei video il 19enne viene ritratto come protagonista: in casa, dal barbiere o in discoteca. Immagini girate prima e postati solo ora, quasi a chiedere il consenso sull’innocenza del giovane.

L’ultimo dei video postato 15 ore fa sulla pagina di Maronia riporta l’hashtag #freechristian, e chi condivide il contenuto scrive: “Con che coraggio la gente insulta gli innocenti”. Mentre, in un altro video ancora, pubblicato qualche ora prima, si vedono diverse foto del 19enne con la scritta in basso: “me ne fotto proprio”.

Oltre al profilo social di Christian Maronia, anche un altro profilo social continua a rimanere attivo. E’ quello intestato all’unico minorenne (oggi maggiorenne) scarcerato da poco per aver confessato tutto. Ma in questo ultimo caso si tratterebbe di un profilo fake su TikTok in cui qualcuno ha rubato vecchi video pubblicati dal 18enne nel suo vero profilo aggiungendo frasi del tipo: “La galera è di passaggio, si ritorna più forti di prima” o “C’è qualche ragazza che stasera vuole uscire con noi?”. Il profilo sta scatenando un’ondata di disprezzo verso il giovane scarcerato. Che sia proprio questo l’obiettivo di chi ha ripubblicato i video? Incitare all’odio?

Impostazioni privacy