Lucia Annibali, libero l’aggressore che la sfregiò con l’acido. La reazione dell’avvocato

Ha scontato la sua pena detentiva l’uomo che sfregiò con l’acido l’avvocatessa Lucia Annibali dieci anni fa. Alla notizia la donna ha reagito senza lasciare spazio alle emozioni. “Mi ha chiesto di incontrarlo ma io ho rifiutato”

E’ libero l’aggressore che dieci anni fa sfregiò con l’acido il viso dell’avvocatessa Lucia Annibali. Il 41enne Rubin Talaban era stato condannato con sentenza definitiva a 12 anni di reclusione, ora è libero in Albania. Uscito due anni prima del previsto poiché ha approfittato di quanto prevede una norma sui reati commessi da stranieri.

Lucia Annibali
Lucia Annibali, libero l’aggressore che la sfregiò con l’acido (ansa) free.it

Così dopo dieci anni dal terribile fatto accaduto nell’aprile del 2013, Talaban è un uomo libero. Il fatto destò molto scalpore per la crudeltà inferta all’avvocata originaria di Urbino alla quale venne sfigurato il volto con dell’acido sul pianerottolo di casa sua a Pesaro da due aggressori.

Infatti complice del 41enne c’era anche Altistin Precetaj, anche lui condannato a 12 anni di carcere. A inviare i due aggressore era stato l’avvocato nonché ex fidanzato della donna, Luca Varani che ha avuto in Cassazione la pena più pesante: 20 anni di reclusione.

Lucia Annibali: libero l’uomo che la sfregiò con l’acido. “Mi ha chiesto scusa, ma non voglio incontrarlo”

Dopo la notizia del rilascio del suo aggressore dal carcere, l’avvocatessa Lucia Annibali ha reagito da giurista quale è, dichiarando in un’intervista rilasciata a Il Messaggero: “Era previsto dalla sentenza che a fine pena tornasse nel suo Paese (ndr Albania). Così è successo, è tutto corretto. L’importante è che io non abbia mai più nulla a che fare con lui”.

Lucia Annibali
Lucia Annibali, avvocatessa sfregiata con l’acido nel 2013. (ansa) free.it

A distanza di sei anni dopo l’atroce agguato a Pesaro, il suo aggressore le ha spedito una lettera dal carcere chiedendole perdona per quello che aveva fatto. Per la donna quella lettera è stata come “un’ammissione di colpevolezza in più“. E risponde: “Io non gli ho mai risposto, né ho avuto intenzione di incontrarlo”.

L’aggressore fu arrestato a San Salvo Marina, provincia di Chieti, il 1° maggio del 2013 con l’accusa di aver aggredito l’avvocatessa Lucia Annibali. Secondo le indagini dell’epoca, Rubin Talaban avrebbe ricevuto 30mila euro dall’ex fidanzato della donna nonché collega Varani. Il movente dell’avvocato è un sentimento di vendetta nei confronti dell’ex fidanzata per quella storia d’amore terminata e a cui lui non si dava pace.

L’espulsione dall’Italia e la ricostruzione delle ultime vicende legate alla droga

Ieri durante il processo tenutosi nel tribunale di Pesaro, sono state ricostruite le ultime vicende legate al 41enne Rubin Talaban. Questa volta l’uomo è stato coinvolto per presunte questioni di droga. Quello che emerge dall’udienza è che oggi Talaban non è più detenuto per il caso di Lucia Annibali.

Lo scorso aprile è stato espulso dall’Italia. E considerati anche gli altri precedenti, il 41enne avrebbe dovuto espiare la sua pena il prossimo 9 ottobre 2024. Quindi, con due anni di anticipo dalla fine della pena, Talaban ha potuto chiedere la scarcerazione e il rimpatrio nella sua terra di origine, l’Albania. In Italia non potrà più rientrare per i prossimi 10 anni e qualora dovesse essere trovato sul suolo italiano, sarebbe arrestato nuovamente per terminare la condanna al quale, poi, si sommerebbe anche quella per il rientro anticipato su territorio nazionale italiano.

Intanto, secondo quanto emerge dal processo ora in corso, nel 2013 Talaban si sarebbe liberato di un borsello all’interno del quale c’erano ben 9mila euro in contanti. Per l’accusa quel denaro sarebbe servito ad acquistare la droga. L’indagato all’epoca dei fatti negò tutto. Il suo legale ha contestato il fatto che gli stupefacenti non sarebbero stati mai trovati così come non sono state trovate intercettazioni che lo accomunassero ad un presunto scambio di droga tra lui e il suo datore di lavoro in Albania.

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