Alfredo Cospito condannato a 23 anni per l’attentato di Fossano, ergastolo evitato. Quali sono le motivazioni

Alfredo Cospito si difende in videocollegamento dal carcere di Sassari: i giudici lo hanno condannato per un attentato avvenuto nel 2006 davanti la caserma degli allievi carabinieri a Fossano (Cuneo).

Alfredo Cospito parla in videocollegamento da Sassari e commenta le novità inerenti all’attentato di Fossano datato 2006. “Non c’è nessuna prova che noi abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano. Questo è un processo alle idee. Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, perché gli anarchici non sono lo Stato“, ha ribadito poche ore prima del verdetto che lo ha condannato a 23 anni di carcere.

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Il processo all’anarchico Alfredo Cospito presso il tribunale di Torino (ANSA)

L’anarchico è indicato dagli inquirenti come un ideologo della Federazione anarchici italiani e del Fronte rivoluzionario italiano, ma ha spiegato che gli attentati firmati dalle sigle anarchiche “non hanno mai provocato un morto. Chiaramente erano tutti attentati dimostrativi“.

La sentenza

Nessun morto e neanche feriti durante l’attentato avvenuto davanti la scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, il 6 giugno 2006. In quella circostanza nessuno si fece male, i militari non uscirono dalla caserma e al momento della seconda bomba nessuno era per strada.

Cospito
Alfredo Cospito in videoconferenza durante una delle ultime udienze al processo di Appello per Alfredo Cospito (ANSA)

Con questa motivazioni, spiegate dai giudici, Alfredo Cospito non è stato condannato all’ergastolo: la pena inflitta dalla Corte d’Assise d’Appello è di 23 anni. L’anarchico si trova attualmente al 41 bis nel carcere di Sassari, prima era invece ad Opera e per mesi ha battagliato con un prolungato sciopero della fame, ribadendo la contrarietà al carcere duro.

Le parole prima del verdetto

E proprio Alfredo Cospito ha negato dall’aula di tribunale la correlazione fra gli anarchici e gli ordigni piazzati dinanzi la scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Per la prima volta dall’avvio del processo Scripta Manent, infatti, l’anarchico ha negato il coinvolgimento nell’attentato datato 2 giugno 2006.

Non c’è nessuna prova che noi abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano. Questo è un processo alle idee. Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, perché gli anarchici non sono lo Stato“, ha spiegato Cospito davanti ai giudici prima del ritiro in Camera di consiglio.

Alfredo Cospito
Alfredo Cospito e i problemi dell’anarchico in carcere (ANSA)

L’anarchico ha parlato durante una dichiarazione spontanea prima che i giudici di Torino entrassero in Camera di consiglio. Secondo Cospito si tratta di un processo con “evidente accanimento” nei suoi confronti. Da segnalare la richiesta di condanna all’ergastolo, rilanciata dal procuratore generale Saluzzo, durante l’ultima udienza del processo d’Appello bis, tenuta a Torino durante la giornata di lunedì 26 giugno 2023.

L’intenzione di questo procedimento era il ricalcolo della pena per il solo episodio, nello specifico l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano. La Corte di Cassazione, infatti, ha riqualificato l’episodio, parlando di “strage politica“, da qui nuovi scenari e altri problemi giudiziari per Cospito. Lo stesso anarchico ha seguito l’udienza in videocollegamento dal carcere di Sassari.

L’attesa era altissima

Da un lato l’iniziale richiesta di condanna all’ergastolo per Cospito, dall’altro la Consulta che ha aperto non molto tempo fa ad un possibile sconto di pena, poi la decisione di non infliggere il fine pena.

Si procede con la conclusione del processo d’Appello bis che parte dall’inchiesta Scripta Manent relativa all’organizzazione della Federazione anarchici italiani (Fai) e al Fronte rivoluzionario internazionale (Fri). L’obiettivo è quello di ricalcolare la pena per il solo degli episodi contestati, nello specifico quello di Fossano avvenuto nel 2006.

Proprio la riqualificazione del reato in strage politica sarebbe potuto diventare un ergastolo, alla fine però per Cospito è stata decisa una condanna 23 anni di carcere.

E pensare che il processo era ripartito dopo che la Consulta era stata chiamata ad esprimersi sulla vicenda, etichettando come “incostituzionale” la mancanza di riconoscimento delle attenuanti. L’esito della sentenza con i giudici riuniti in Camera di consiglio già dal primo pomeriggio di lunedì 26 giugno 2023 si è conosciuto in serata.

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