Cartelle esattoriali, la sanatoria prevede oltre alla tregua fiscale la possibilità di una dilazione d’importo: come agire.
Cartelle esattoriali, la tregua fiscale resta nonostante le opposizioni. La Legge di Bilancio parla chiaro: i pagatori con pratiche in sospeso possono mettersi in pari con i conti senza essere surclassati dalle penali. Basta rateizzare il pagamento: tre rate, questo il piano, entro cui saldare la cifra.
Poi c’è anche la possibilità di non restituire l’intero importo. A patto che la soglia di arretrati sia massima. A seconda della situazione si trova un compromesso purché il contribuente dimostri di riuscire a saldare entro i tempi previsti. Altrimenti scatta la mannaia. Il parametro utile è quello che vede la cartella esattoriale da estinguere principalmente nelle prime due rate, entro le quali va dato il 30% della pendenza.
Il restante 20% – a patto che ci sia un dimezzamento dovuto alle situazioni precedenti – è possibile darlo in altre due rate dilazionate in maniera diversa. Tutto è possibile in nome della reciprocità: lo Stato deve avere dei soldi indietro e il contribuente può darglieli in questa maniera.
Compromesso che non piace alle opposizioni che parlano di favore agli evasori. La realtà, però, è che i conti arretrati premono. Per questo occorre che gli incassi avvengano in tempo utile. Almeno si cerca – con ogni mezzo a disposizione – di arginare l’evasione e gli arretrati.
Anche se da sinistra ammoniscono il Governo Meloni: “In questo modo i grandi evasori hanno la strada spianata”, tuona Conte. Gli fa eco Schlein che trova “aberrante” una riforma simile. Intanto si va avanti con le prossime stime a fare da cartina tornasole. Giorgia Meloni, in collaborazione con Giorgetti, si gioca tutto su questo.
La credibilità sul Bilancio passa (anche) da provvedimenti del genere. Se ci sarà un po’ di respiro, allora la sanatoria avrà fatto il suo dovere. Altrimenti occorrerà ricalibrare le misure per far sì che le cartelle esattoriali non diventino un’incognita. Oltre che un onere troppo gravoso.
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