Superbonus, il Governo valuta i cambiamenti e la mette ai voti. Cosa potrebbe cambiare nel Decreto: le novità.
Il Superbonus sotto la lente d’ingrandimento. La cancellazione dell’iter 110% ha fatto discutere non poco. Al punto che molti – nell’opinione pubblica e tra i banchi della politica – hanno storto il naso e cambiato radicalmente approccio. L’abolizione del Superbonus avrebbe dovuto favorire l’economia con un sostanziale risparmio, ma il rischio è che giri ancora meno rispetto al passato.
Senza proroghe i lavori non si finiscono: una piaga che riguarda l’edilizia, ma più in generale la finanza. Nel senso che, senza investimenti, non si migliora e c’è il rischio di una stagnazione dei capitali con relativo stallo nella gestione delle infrastrutture. Allora dilazionare le proroghe è l’unica soluzione: in principio era giugno, il 30, ora potrebbe essere settembre.
Il giorno resta lo stesso, ma la forbice si allarga. Questo dovrebbe beneficiare oltre il 30 – numero che ritorna – % dei lavoratori che hanno iniziato già i lavori e vorrebbero ancora usufruire degli incentivi al 110%. La dilazione dovrebbe passare nel primo pomeriggio, tra le modifiche in arrivo sconto e cessione garantiti per Iacp, onlus, barriere architettoniche e sisma.
Una soluzione per risolvere il rebus attorno a caldaie e infissi. La tabella di marcia in tal senso è chiara: si comincia mercoledì 22 marzo e si arriva al 23. Giovedì. Non oltre per mettere a punto qualcosa che già doveva esserci. Modifiche necessarie per creare – come filtra dalle fonti di Governo – una soluzione condivisa.
Persiste la deroga per chi ha già presentato la CILA (Comunicazione Inizio Lavori). Il resto sì vedrà. L’allargamento delle maglie dei bonus fino a settembre per le villette unifamiliari e non solo dovrebbe consentire un po’ più di ossigeno per chi volesse correre ai ripari con qualche lavoro e ammodernamento.
Plauso anche di Salvini alle Infrastrutture. Si continua, ancora per un po’, con quella che era la “linea Draghi”: serve, però, fermezza. Per questo Meloni scandisce l’ultimatum. Da settembre basta Superbonus, la musica è già cambiata. O quasi.
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