Milano, parla una borseggiatrice: quanto riesce a portare a casa. “Ho senso di colpa”

La testimonianza di una borseggiatrice che racconta come si opera fra Milano e Roma. Il “guadagno” quotidiano è enorme, ma il commento scatena numerose polemiche. 

Una borseggiatrice dal nome di fantasia Ana ha rilasciato una intervista al Corriere della Sera per spiegare cosa voglia dire fare tutto questo ogni giorno fra Milano e Roma. La donna ha ribadito di avere 29 anni, nove figli e un guadagno pari a circa mille euro al giorno.

Borseggiatrice metropolitana Milano
Una borseggiatrice in azione a Milano (Immagine Rete)

La donna è originaria della Bosnia e ha raccontato di vivere in una casa in zona Niguarda, a Milano, con coloro che chiama “colleghe di scippi“, preferendo però agire in solitaria. La borseggiatrice ha comunque spiegato che l’appartamento in cui vive sarebbe stato comprato dai suoi genitori. Dopo un breve excursus spiega come entra in azione fra Duomo e la stazione Centrale,

La testimonianza

Ana ha spiegato di mantenere la famiglia, mandando anche i soldi nella propria città d’origine, proventi dei furti compiuti in particolare a Milano. C’è spazio anche per un’analisi sul “guadagno” giornaliero, derivato dai furti. “È capitato che in un giorno mettessi in tasca 1.000 euro, un’eccezione, perché anche 500 sono una fortuna ora che la gente gira con poco contante. Io però ho pazienza. Sette giorni su sette, dalla mattina alla sera“, ha spiegato la donna.

Borseggiatrice Milano racconto
Il racconto di una borseggiatrice in azione a Milano (ANSA)

La donna ha spiegato di studiare con attenzione il soggetto da prendere di mira, mettendosi vicino ai distributori dei biglietti automatici. Proprio qui nota dove nascondono il portafoglio, poi entra in azione. La tecnica è sempre quella: sfila prima il suo giubbotto, lo porta direttamente al braccio, nasconde la mano e la utilizza per frugare nella borsa o nello zaino della vittima. Tutto è partito dall’insegnamento di una zia che avrebbe iniziato a farle vedere, sin da piccola, come rubare. Acquisire la giusta “tecnica” per portare a casa il colpo illecito.

A 13 anni, ci insegnava il mestiere nella metropolitana di Roma. Tuttora mi divido tra Milano e la Capitale, dove abbiamo un altro tetto. Mi sposto in treno, non ho la patente né una vita sociale: mio marito è molto geloso. Mi concedo giusto qualche cena al ristorante. Ma se potessi tornare indietro scapperei anch’io. Adesso dove vado, con 9 figli, io che non so fare niente e che sono semianalfabeta? L’unica cosa che mi riesce bene è rubare. A volte ho i sensi di colpa“, ha concluso la donna.

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