Matteo Messina Denaro, continuano le ricostruzioni attorno alla vita dellâormai ex latitante di Cosa Nostra: altre due persone in manette.
Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, questi nomi emergono nel mare magnum di incertezze e novitĂ che ancora permangono riguardo alla latitanza di Matteo Messina Denaro. Una caccia allâuomo ormai finita, ma restano ancora molti â troppi â sospesi che le autoritĂ stanno cercando di risolvere.
In primis la rete di contatti: chi ha aiutato il boss in tutti questi anni. Una fitta sequela di conoscenze e intrecci che hanno garantito allâultimo esponente dei grandi nomi di Cosa Nostra di fare quello che ha sempre voluto, agendo in maniera semplice ma determinante. Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri hanno consentito che questa situazione andasse avanti: un ruolo di primo piano per loro, i quali agevolavano â si legge dai verbali â le comunicazioni del boss con il mondo esterno.
In grado di redigere addirittura unâagenda delle prioritĂ : una sorta di lista delle cose da fare, da dove partire per poi decidere come finire. Ad essere finita, adesso, è la loro corsa: scattano le manette per entrambi, ma câè di piĂš. Informazioni, carpire ulteriori dettagli di quello che Messina Denaro ha costruito in questi anni.
Un uomo che aveva gli stilemi della vecchia mafia, ma sapeva aprirsi al nuovo: dentro i sistemi del crimine organizzato che cambia pelle, non ambizioni. Dai bisogni personali, come gli incontri con il medico Alfonso Tumbarello, alle necessitĂ di lavoro. Emanuele e Lorena servivano a questo: facevano da tramite per lâuomo che tutto poteva e voleva, bastava chiedere.
La forza per dire di no non câera e, forse, ancora non câè. I coniugi agivano in maniera capillare e indisturbata, a partire dalla scelta delle strategie: un piano perfetto per ogni occasione. In primis le false identitĂ che venivano create ad hoc per il boss: Andrea Bonafede il primo sulla lista dei papabili, fratello di Emanuele, che serviva come âtramiteâ per avere case, macchine e beni di prima necessitĂ .
LâAlfa Romeo acquistata direttamente dal boss aveva come riferimento proprio quel nome lĂŹ, sembrava una âcitazioneâ dellâex Ministro della Giustizia, a rendere ancora piĂš assurdo tutto il meccanismo, in realtĂ era una necessitĂ dettata dalla parentela con uno dei migliori amici del boss. Poi câè sua moglie: Lorena, detta Diletta, che prima asseconda Bonafede e poi Denaro. La donna intrattiene, infatti, una relazione extraconiugale con il boss: le prove arrivano direttamente dalla sorella (Rosalia) di Messina Denaro. In manette anche lei.
Lettere dâamore nella casa della parente: âHai cambiato la mia vita â scriveva Diletta â saresti un grande anche se non fossi MMDâ. Quelle iniziali a tradire tutto, equilibri flebili che cambiano dopo anni di precisi meccanismi che si sgretolano dopo il sesto arresto dalla cattura del boss. Il cerchio della fiducia di Messina Denaro è completamente distrutto, ma questa è solo la prima stoccata a una vita da ricostruire â tra ricatti e malaffare â per cercare di salvarne altre.
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