Daniele Scardina, le condizioni del pugile migliorano. La prognosi resta riservata, ma il ragazzo può sperare in un futuro incoraggiante.
Questione di dosi e quantità. La risolvono così i medici la domanda delle domande che da alcune settimane attanaglia Daniele Scardina e i suoi cari. Come sta il campione? Se lo chiedono tutti senza sosta da quando, alcuni giorni fa, si è accasciato a terra nella palestra di Buccinasco.
A fine marzo doveva disputare il match dei Medio Massimi: la boxe era tutto per lui. Quel tutto ora è un letto di ospedale in attesa di segni di vita: l’operazione alla testa è riuscita, adesso deve riuscire anche tutto il resto. Svegliarsi e ricominciare a vivere. Con o senza guantoni. Gli esperti dicono che Scardina potrebbe aver chiuso con i combattimenti: quasi sicuramente sarà così, ma per parlare bisogna aspettare che apra gli occhi.
Solo in quel caso potranno essere stabiliti con certezza i danni neurologici. Non resta che aspettare, nel frattempo la famiglia prega e spera. Il manager fa sapere che l’encefalogramma dà segni di miglioramento, al punto che il dosaggio dei farmaci è cambiato: non diminuito, ma organizzato diversamente. Segno che qualcosa su cui lavorare c’è.
Allora non è finita, come dicono i genitori, l’importante è crederci, pregare e sostenere. Come fanno gli affezionati. L’Italia si è stretta attorno al ragazzo, nel frattempo arriva la conferma che non ci sono stati colpi proibiti durante l’allenamento. L’ultimo, senza saperlo. Sembrava tutto a posto e, invece, stava cominciando l’incredibile. Ora serve un’altra ripresa – al pari del pugilato – un nuovo round per dire la propria.
Scardina se lo merita, ma in queste cose il merito c’entra poco. Occorre la tenacia, King Toretto ne ha da vendere. Non resta che aggrapparsi a una condizione fisica invidiabile e un fisico perfetto: non devono tradirlo proprio in questo momento. Le prime risposte stanno arrivando. Le prossime settimane saranno rilevanti in un senso o nell’altro: la situazione entra nel vivo. Non siamo ancora al bivio, ma quasi: gli equilibri restano fragili, le speranze no.
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