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Case Green, rivoluzione Ue entro il 2030: come cambiano le classificazioni energetiche

Published by
Andrea Desideri

Case Green, la novità arriva entro il 2030. L’obiettivo è arrivare in classe D ovunque in Europa: il ruolo dell’Italia in questa politica.

La Commissione Europea fa il passo avanti in fatto di ambiente. La svolta arriva riguardo gli edifici: importante considerare l’abbattimento delle classi. Cambiare approccio e materiali ora sarà un imperativo grazie al disegno di legge univoco varato con 343 voti a favore, 218 contrari e 78 astenuti.

Case Green, la svolta sul piano ambientale (ANSA)

Gli uffici e le case in Europa – secondo quanto afferma l’Eurocamera – dovranno cambiare registro. Le classificazioni, entro il 2030, dovranno passare tutte in classe E. Ovvero ridurre le emissioni e l’impatto ambientale di più del 15% nelle infrastrutture. Questo significa (anche) rifare infissi e vetrate con nuovi materiali.

Case Green, gli aspetti principali della rivoluzione ambientale

Lavoro possibile grazie a incentivi che gli Stati membri dovranno dare: l’Italia – nella fattispecie – aveva già cominciato a farlo ma poi il Superbonus è stato soppiantato. I lavori agli infissi e alle finestre, con gli sconti, potrà farli solo chi ha presentato la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori). Il resto aspetta: compito del Governo, infatti, fornire gli strumenti affinché case e uffici si mettano a norma.

Cosa cambierà nelle architetture (ANSA)

Non è più possibile aspettare soprattutto in merito alle sostanze che si respirano e all’inquinamento che determinate strutture contribuiscono ad aumentare. Senza contare la schiera di malattie che potrebbero scaturire ancora in tal senso. Il mesotelioma è stato una conseguenza dell’eternit.

Infrastrutture sostenibili: il punto di non ritorno

Stavolta ancora non è dato sapere a cosa si potrebbe andare incontro. La svolta green, dunque, non solo è necessaria ma deve essere provvidenziale. L’Europa ha avvisato: non è più possibile stare a guardare. Una politica sostenibile in fatto di infrastrutture a basso impatto ambientale, al momento, è l’unica soluzione se vogliamo arrivare al 2050 con meno sospesi.

La composizione dei nuovi immobili (Immagine Pixabay)

Anno che, secondo molti, è considerato il punto di non ritorno. Questo spazio temporale è l’unico possibile per sperare di fare ancora qualcosa in fatto di politica dell’ambiente: la tutela passa (anche) dalla legislazione e i suoi effetti. Mettersi a norma è un dovere di tutti, dentro e fuori le proprie mura.

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