Le Regionali 2023 hanno visto trionfare il Centrodestra sia nel Lazio che in Lombardia, ma a vincere davvero è stato l’astensionismo: i dati.
Il futuro della Regione profuma di Governo. Lo snodo delle Regionali apre un nuovo confronto tra maggioranza e opposizione: l’Esecutivo Meloni è salvo e solido grazie alle percentuali che arrivano dalle urne. Vincono sia Fontana che Rocca, rispettivamente in Lombardia e nel Lazio. Il dato, però, è confortante a metà perchè c’è un’altra incognita con cui fare i conti: l’astensionismo.
In Lombardia si presenta soltanto il 40% degli elettori, nel Lazio ancora meno: il 37%. Confronto impietoso se si guarda al 2018 quando, alle urne, si sono presentati il 63,11% degli aventi diritto. C’è un vuoto piuttosto importante che il Centrodestra cercherà di colmare. I problemi maggiori, però, ce li ha il Centrosinistra e subito dopo i Cinque Stelle. D’Amato ha telefonato immediatamente a Rocca per congratularsi con lui della vittoria: “Farà un’opposizione seria”, afferma il nuovo Presidente di Regione.
Il tonfo – al netto dei non votanti – è netto da Sinistra. Il Lazio passa la mano dopo anni in cui Nicola Zingaretti è rimasto in pianta stabile alla guida: il cambio di colore, invece, non c’è nel Centrodestra lombardo. A Milano viene riconfermato Fontana, nonostante la bagarre e le polemiche presenti attorno alla sua candidatura. Specialmente in era pandemica. L’uomo ringrazia i cittadini lombardi: “Hanno capito il nostro lavoro”, dice. Poi, con Salvini, una stoccata in salsa sanremese: “Ci stringiamo solo la mano, non come Rosa Chemical”. Segno ulteriore che l’alleanza a Destra è salva.
Cenno ai detrattori che volevano una maggioranza disunita, in particolare dopo le recenti dichiarazioni di Berlusconi contro Giorgia Meloni su Zelensky. Regioni, nazione, politica estera e interna: tutto si mescola in un grande calderone mediatico, ma i numeri parlano chiaro. Fontana e Rocca sfiorano il 50%, D’Amato e Majorino appena il 30%. Un divario di circa 20 punti percentuale su cui lavorare in un senso o nell’altro. Poi c’è la Bianchi: ferma al 3,93%. Il Terzo Polo tocca il 4,25%. Tiene Moratti, candidata civica in Lombardia con Calenda e Renzi, al 9,87% con 320.346 preferenze.
Numeri che rimettono in primo piano il vulnus delle opposizioni con le primarie del PD sempre più attenzionate, mentre i pentastellati cercano di fare quadrato. Calenda e Renzi cercano di attutire i colpi e si difendono dai detrattori che definiscono il Terzo Polo una “stampella dell’Esecutivo”, colpevole – secondo una parte di opinione pubblica – di servire assist fondamentali a Giorgia Meloni. La quale chiosa dicendo: “L’azione di Governo è salda, le Regionali confermano la volontà degli italiani”. Lo spettro del disinteresse aleggia sui festeggiamenti: quel 60% di astenuti fa rumore e potrebbe essere il futuro deterrente da cui passa la stabilità del Paese.
Il cinema ha subito un lutto incredibile, se n'è andato un personaggio che amavano tutti…
La Corte d'Appello ribalta improvvisamente la sentenza e avviene cosi il licenziamento. La situazione è…
Buone notizie per milioni di cittadini italiani, c'è un bonus straordinario per combattere la crisi!…
Il Ministero della Salute ha segnalato un nuovo richiamo e specificato che diventa fondamentale non…
Diverse app sotto osservazione da parte del Governo, per Whatsapp e altri dispositivi di messaggistica…
I fan di Vasco Rossi sono in lacrime per l'annuncio che è appena arrivato e…