Juventus, ancora guai. Agnelli si dimette dal CDA ed esce di scena anche dalle altre società del gruppo. Il problema adesso è CR7.
L’ultima assemblea degli azionisti Juventus si è conclusa con il saluto definitivo di Agnelli e Nedved. Un congedo obbligato che, però, non chiude la porta ai problemi. Se possibile, alimenta gli scheletri nell’armadio. Anzi nella scrivania, perchè lo studio dell’avvocato Federico Restano diventa centro nevralgico del nuovo terremoto che sta per abbattersi sulla Continassa: un tarlo presente dal 2022.
Lo scorso 23 marzo, infatti, la Guardia di Finanza nel corso di una perquisizione trova la ormai celebre “carta Ronaldo” che, secondo quanto riportano le intercettazioni telefoniche tra l’ex DS Paratici e il capo dell’ufficio legale Cesare Gabasio, “non deve esistere”. Il motivo per cui questo documento avrebbe fatto meglio a sparire è spiegato perfettamente nelle carte che sono depositate – stavolta alla luce del sole – su un’altra scrivania. Quella della Procura di Torino, su cui stazionano – ormai da mesi – i faldoni sull‘indagine Prisma che potrebbe compromettere il percorso della Juventus e di Agnelli.
Le presunte accuse di aggiotaggio e falso in bilancio vanno di pari passo con un’altra inchiesta: quella riguardante le plusvalenze circa le compravendite di alcuni giocatori. Tutti tasselli del già citato in sede legale “metodo Paratici”. Cosa c’è scritto in questo carteggio della discordia? È un accordo, firmato e controfirmato dalle parti, che impegna la Vecchia Signora a dare a Ronaldo il proprio stipendio ma in forma diversa.
Una parte iscritto a bilancio, mentre l’altra (19,6 milioni) sotto forma di bonus integrativo. Ma non è finita: “Qualora – si legge nel carteggio pubblicato sul Corriere della Sera – la maturazione dei premi individuali non possa verificarsi, lei avrà diritto a un incentivo all’esodo”. Tradotto: se non riusciamo a pagare, può andare via, anche con una lauta buonuscita. Questo documento – mai depositato in Lega – potrebbe rappresentare la mannaia giudiziaria per la Juventus che rischierebbe su più fronti.
Non appena, infatti, il carteggio dovesse essere ritenuto rilevante come prova, si attesterebbe l’alterazione di bilancio che porta – fra le altre cose – all’annullamento dell’iscrizione al campionato (i bilanci devono essere in regola) e quindi anche alla conseguente revoca della licenza UEFA che viene rilasciata dalla Federazione calcistica di riferimento.
Un domino della discordia: la Vecchia Signora rischia davvero di perdere tutto, ma per il momento (unica nota non allarmante per soci e addetti ai lavori) è che Ronaldo ha fatto sapere – tramite i suoi legali – di non aver mai visto quei documenti. Nè tantomeno ne possiede copia. Uno stallo che non muove troppo gli equilibri giuridici, ma è sufficiente per alzare ulteriormente gli scudi su un polverone intricato.
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