Pelè, il grande campione è morto giovedì scorso. In Brasile si preparano per la veglia funebre: perchè è stato imbalsamato.
Edson Antes, per il mondo Pelè. Quel mondo che oggi fatica a svegliarsi nonostante sia il nuovo anno e chiunque dovrebbe pensare positivo: gli appassionati non possono farlo perché giovedì scorso si è spenta una leggenda. Pelè è morto. Il re – ‘O Rei – ha fatto il suo ultimo inchino prima di uscire di scena definitivamente tra la commozione generale. Da tempo lottava contro un’atroce malattia che gli ha comunque permesso di vivere gli ultimi anni con una dignitosa qualità di vita.
Malgrado le ultime settimane, che hanno anticipato il decesso, non ha mai sofferto. L’amore dei familiari l’ha sempre accompagnato: fino all’ultimo i figli ci hanno tenuto a sottolineare la sua grandezza. In campo, ma anche fuori: un vero e proprio perno per tutti coloro che sapevano guardare oltre. Dietro ogni splendida giocata l’esistenza: una vita fatta di forme, gesti atletici emozioni e sorrisi dopo tanto sacrificio per affermarsi. I suoi colpi sanno di storia, hanno scritto pagine di calcio importanti che oggi la gente gli restituisce. Bagno di folla presso lo stadio del Santos, in Brasile, dove Pelè ha dato tutto.
Un vero e proprio pellegrinaggio laico quello della veglia presso l’impianto sportivo in attesa delle esequie di martedì 3 gennaio. Per l’occasione gli è stata praticata la tanatoprassi. Un’imbalsamazione non perpetua – la stessa praticata a Papa Ratzinger, scomparso nello stesso periodo del campione – per conservare il corpo prima della sepoltura. La durata è di 15 giorni, poi comincerà la decomposizione.
Quanto basta per permettere agli estimatori di ammirare quel volto, quel corpo, un’ultima volta. Prima di consegnarlo all’eternità. Pianti e ricordi si sprecano: lutto in Brasile, cordoglio altrove. Senza ‘O Rei sembra tutto più normale, a tratti scontato. Il calcio perde due dei suoi massimi interpreti: Maradona e Pelè. Colonne portanti di tempi andati che dovrebbero servire da monito non appena la consapevolezza subentri alla commozione, ma non sembra essere ancora il momento.
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