La violenza subita da una donna a Locate di Triulzi ha scosso l’intera comunità della provincia milanese: le novità e perché gli inquirenti cercano un ragazzo di 20 anni.
Le indagini per gli abusi subiti da una donna a Locate di Triulzi, in provincia di Milano, presentano delle novità derivanti dall’attività degli investigatori. Rilievi di natura tecnico-scientifica sarebbero in corso per accertare nuovi dettagli sulla vicenda.
Non c’è soltanto questo aspetto da analizzare dopo l’episodio avvenuto nel Milanese. I carabinieri hanno intanto avviato le indagini per rintracciare il responsabile dell’abuso, con tanto di ricostruzione dei tratti somatici, nonché della fisionomia del sospettato.
Le indagini di natura tecnico-scientifica starebbero valutando e analizzando il tragitto che la vittima avrebbe seguito, non si esclude che la ragazza “possa essere stata seguita nel percorso“, si legge in una nota degli investigatori. I carabinieri procedono con le indagini dopo quanto accaduto ad una donna di 40 anni.
La persona è stata trasferita presso l’ospedale Mangiagalli di Milano. Si tratterebbe di una persone di circa 20 anni, alta più o meno 170 centimetri e con l’accento straniero, capelli ricci e corti, con poca barba.
La donna ha parlato di un giovane che indossava una maglia a collo alto bianco e l’avrebbe bloccata di spalle mentre faceva jogging. La vittima ha raccontato di essere stata trascinata in un boschetto per un rapporto sessuale. La violenza è avvenuta vicino la pista ciclabile nei pressi della Cascina Nesporedo, a Locate di Triulzi.
La vittima ha raccontato di non aver subito alcun furto di chiavi, telefono, soldi e oggetti personali. Ci sarebbero però ancora diversi aspetti da chiarire, da qui le indagini ad ampio raggio da parte della Procura di Lodi. “Ero terrorizzata, avevo uno scaldacollo e me lo sono tirata sugli occhi per non vederlo in faccia“, dichiara la donna.
Al momento ci sarebbero indagini, per giunta senza esito, per immagini del sistema di videosorveglianza e possibili testimoni. La vicenda è complicata poiché in zona non ci sarebbero telecamere, da qui l’attività investigativa più difficile del previsto. Proprio per questo, infatti, tutto diventerebbe complicato, da qui l’esigenza di ampliare le ricerche. La speranza è che il violentatore si sia recato sulla provinciale, magari percorrendola a piedi, per dirigersi verso un centro abitato.
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