Pelè in ospedale durante le feste: la foto commuove i tifosi, come sta oggi ‘O Rei

Pelè tiene in apprensione il mondo del calcio. Il campione brasiliano è un malato terminale: come sta oggi.

Pelè, fino all’ultimo dribbling. Cercare di evitare il peggio, nella buona e nella cattiva sorte. Il campione brasiliano – che tanto ha dato al mondo del calcio – sta affrontando la sua sfida più importante: una lotta estenuante contro la malattia. Un cancro andato troppo oltre, al punto che neanche la chemioterapia fa più effetto: i trattamenti sono stati sospesi da diverso tempo non appena è stato visto che non c’erano miglioramenti. La rassegnazione, però, ancora non subentra.

Pelè ospedale
Pelè, le feste in ospedale (ANSA)

L’uomo va avanti, cercando di capire come gestire questa situazione complessa: senza perdere le proprie abitudini, anche se si tratta di rivoluzionare tutto tra sofferenza e possibilità. Vedere, ancora una volta, il sorriso dei figli. Stringersi attorno all’affetto dei propri cari. Sensazioni che erano emerse la sera della finale di Coppa del Mondo in Qatar: le congratulazioni a Messi, quel riferimento a Maradona: “Anche lui in questo momento starà sorridendo”.

Pelè, il campione commuove il mondo: la foto dall’ospedale

Ospedale Pelè
Il campione combatte contro la malattia (ANSA)

Sembra tutto al proprio posto, ma Pelè sa che ogni momento è prezioso. Se ne accorgono anche i figli, per questo – mentre nel mondo si festeggia la vigilia di Natale – arriva una foto dall’ospedale dove il campione è ricoverato: sua figlia, Kely Cristina, ringrazia: “Un’altra notte insieme”. Quasi fosse un regalo, quello più atteso, che nessuno – per il momento – ha voglia, né tantomeno intenzione, di mettere da parte. C’è ancora tempo. Da vivere tutto, da vivere appieno.

Senza pensare al domani. Godersi l’oggi, perché la magia del Natale, forse, è proprio questa: fermare il tempo, anche solo idealmente. Come faceva “La Perla Nera” quando giocava: veder toccare palla Pelè significava assistere alla storia, ‘O Rei l’ha fatta. Ora tocca agli altri, quelli che devono rendere grazie lo fanno cercando – strenuamente – un suo abbraccio sperando davvero che non sia l’ultimo.

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