Il Presidente della Fifa Infantino difende a spada tratta il Qatar: “Diritti umani? Ognuno è libero di esprimere la sua opinione fuori dal campo”. E sugli operai morti: “Cifre non reali”.
E’ stata la Coppa del Mondo della discordia, la più divisiva della storia. Ma secondo il Presidente della Fifa Gianni Infantino quello in Qatar è stato “il miglior Mondiale di sempre”. Perché l’organo di governo del pallone “difende i diritti umani in ogni parte del mondo” ma dopo aver pensato al rettangolo verde. E soprattutto dopo aver fatto quadrare i conti.
In conferenza stampa il boss della Fifa parla di “atmosfera gioiosa” e di “successo incredibile”. Di scambio interculturale e di “mutua comprensione tra popoli”. E le critiche per il mancato rispetto dei diritti umani e per il no alla fascia arcobaleno se le porta via il vento. O meglio, gli “oltre tre milioni di spettatori allo stadio” e i “5 miliardi davanti alla tv”.
Il perché è presto detto: “Più incassi avremo e più potremo destinarli allo sviluppo del calcio in quei Paesi che dipendono da noi”. Niente da recriminare insomma, per Infantino il bilancio è fantastico (in tutti i sensi) nonostante le morti nei cantieri per la costruzione degli stadi. Perché “ogni vittima sul lavoro” è una “tragedia non solo per i familiari, ma per tutti noi”. Ma, aggiunge il Presidente Fifa, “per il rispetto della verità è necessario essere molto precisi. La differenza nelle cifre comunicate, 3 vittime contro 400, è troppo stridente. Tre sono le persone cadute nella costruzione degli stadi, 400 negli altri cantieri”.
Culture diverse e rispetto per i diversi modi di vedere le cose sì, ma fino a un certo punto. Perché tutti hanno il diritto di esporre le proprie idee ma “noi giochiamo a calcio e proteggiamo il calcio e i suoi tifosi”. Per Infantino si tratta di “regolamento” e, si sa, le regole sono regole.
Insomma per il Presidente Fifa non è questione di “proibire qualcosa”, piuttosto si tratta di rispettare, appunto, il regolamento. “Che dice una cosa chiara: sul terreno di gioco si gioca a calcio e lì dentro bisogna rispettare le regole del calcio. Ci sono tifosi che vanno allo stadio e un miliardo di persone che guardano il Mondiale sugli schermi”. E la Fifa deve “pensare a loro”.
“Ognuno di noi ha i suoi problemi, ma deve potersi godere lo spettacolo senza pensare ad altro: durante quei 90 minuti le persone possono lasciare da parte i loro problemi e pensare solo alla partita”. Per Infantino dunque ognuno è “libero di esprimere la propria opinione”, certo, ma fuori dal campo.
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