8.658 anni di carcere: condannato telepredicatore | Tra le accuse: abusi e violenze sessuali

Un telepredicatore turco è stato condannato con altri adepti a 8.658 anni di carcere. L’uomo al timone di un canale tv si circondava di donne svestite e indirizzava ai telespettatori sermoni religiosi.

Adnan Oktar svolgeva la professione di predicatore religioso in tv. Sennonché durante la trasmissione era in compagnia di bellissime donne, a malapena vestite, per usare un eufemismo. A seguito di accuse pesantissime il 66enne è stato condannato ad una pena esemplare.

Telepredicatore condannato a lunghissimi anni di carcere
Telepredicatore condannato a lunghissimi anni di carcere – AnsaFoto

Il caso ha fatto il giro del mondo e a diffonderne la notizia ci ha pensato la Bbc edizione online. L’uomo gestiva una organizzazione criminale e a suo carico gli inquirenti hanno riscontrato una serie di reati che ne hanno disposto l’arresto nel 2018.

Telepredicatore condannato: una lunga sfilza di reati

A quanto pare dietro il telepredicatore si alimentava una intensa attività criminale. Contro l’uomo sono state rivolte accuse di reati fiscali, abusi sessuali, violazione delle leggi antiterrorismo, ma anche tortura, frode e rapimento. L’accaduto si è consumato in Turchia e dapprincipio per lui era stata decretata una pena di 1.075 anni. Non così in appello, dove per Oktar la situazione è di molto peggiorata. Alla sbarra, assieme al 66enne, sono stati chiamati 215 imputati.

Dieci di loro sono stati condannati complessivamente a 8. 658 anni di carcere, mentre gli altri a pene più lievi. Settantadue di questi si trovavano già in condizioni di custodia cautelare

Telepredicatore condannato a lunghissimi anni di carcere
Telepredicatore condannato a lunghissimi anni di carcere – AnsaFoto

Una sentenza storica

Anche noto col nome di Harun Yahya, il predicatore turco nativo di Ankara conduceva una trasmissione in cui dava vita a sermoni religiosi, circondandosi di donne avvenenti che lui chiamava “gattine”.

In realtà pare sia stato il leader di una setta religiosa e comunque era noto per le sue teorie in sostegno del creazionismo e critico di Charles Darwin. Tra i capi d’imputazione a suo carico anche l’offerta di servizi sessuali a personaggi pubblici, tra cui politici e giornalisti, allo scopo di raccogliere informazioni sensibili sui clienti per usarle con obiettivi criminali, rende noto il quotidiano Sabah.

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