Reddito di Cittadinanza, cosa cambia da gennaio 2023 | Sussidio ed età: la situazione

Manca poco più di un mese e mezzo a gennaio 2023 ma ancora non sono chiare le regole del nuovo reddito di cittadinanza. Non si sa come cambierà, ma è certo che verrà modificato da com’è attualmente. Lo aveva promesso la coalizione di centrodestra in campagna elettorale e il governo ci sta lavorando proprio in queste settimane.

Quel che, per ora, si sa del nuovo reddito di cittadinanza è che non verrà più elargito a quei soggetti ritenuti in grado di lavorare. Ma come e quando verrà fatta questa selezione ancora non è chiaro. Non è nemmeno ancora noto il criterio utilizzato per stabilire chi è in gradi di lavorare e chi no. Invece, il reddito sarà garantito a diversamente abili che non possono accedere a un impiego o chi ha figli minorenni a carico e non ce la fa ad arrivare alla fine del mese.

Reddito di Cittadinanza
Reddito di Cittadinanza, cosa cambia da gennaio 2023 Sussidio ed età la situazione

Le regole dovranno cambiare entro il 1° gennaio 2023 e per questo il nuovo esecutivo ci sta iniziando a lavorare. Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha spiegato preliminarmente quali potrebbero essere i criteri. “Chi ha tra i 18 e i 59 anni, senza minori a carico, ed è in grado di lavorare perderà l’assegno legato al reddito di cittadinanza. Anche se non immediatamente. Lo manterranno, invece, gli invalidi, chi è in difficoltà, chi ha minori a carico senza avere adeguati mezzi di sostentamento“, ha spiegato Fazzolari. “Ovviamente, non sarà fatto immediatamente. Prima della riforma della Naspi l’assegno di disoccupazione era di 6 mesi, questo può essere un tempo congruo“, ha poi aggiunto.

“Chi non può lavorare non può essere trattato come chi può. Coloro che possono lavorare va tutelato anche di più di oggi. Chi può lavorare va incentivato. Per questo ridurremo la platea dei percettori del reddito di cittadinanza”, ha spiegato ancora Fazzolari.

Già in campagna elettorale in particolare Fratelli d’Italia si è spesa per il superamento del reddito di cittadinanza. L’obiettivo è quello di creare una nuova misura con più limitazione e controlli.

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Anche la Lega, in campagna elettorale, si è battuta contro il reddito di cittadinanza e ora sta contribuendo alla discussione. “L’obiettivo è quello di spronare i percettori del reddito. Facendo capire loro che l’obiettivo non può essere incassare questo sussidio a vita. Ma piuttosto cercare trovare assieme allo Stato un lavoro”, ha detto Claudio Durigon. Il leghista ha spiegato di non escludere la possibilità di tagliare il reddito suboto dopo il primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua. Mentre attualmente ciò accade al secondo rifiuto.

Reddito di Cittadinanza
Reddito di Cittadinanza: le proposte Governo Meloni

Un’altra delle ipotesi che sono al vaglio è quella di limitare gli anni in cui si può ottenere il reddito di cittadinanza. “Dopo i primi 18 mesi di reddito, si potrà ricevere il sussidio al massimo per altri due anni e mezzo”, spiegano dal governo. “Ma con un décalage, ovvero con il taglio progressivo del sostegno economico”. In pratica, dopo un anno e mezzo senza aver trovato lavoro, il percettore sarà inserito in un percorso di politiche attive del lavoro. “Per esempio corsi di formazione adatti al profilo e alle richieste delle aziende”.

Per ora si tratta solo di dichiarazioni e nulla più. Del resto, la stessa ministra del Lavoro Marina Calderone, non ha ancora fatto dichiarazioni. Si è limitata, infatti, a sottolineare la necessità di separare il concetto di sostegno economico e quello di politiche attive. Nei prossimi giorni se ne discuterà ampiamente anche con le opposizioni. In particolare, la battaglia sarà con il M5S, padre della misura e convinto sostenitore dell’esigenza di non modificarla.

Come cambia il sussidio: preoccupazioni della Chiesa

In realtà sul reddito di cittadinanza c’è molta apprensione in Italia tra i percettori. Soprattutto alla luce delle difficoltà economiche delle famiglie. Anche il cardinale Zuppi, vicepresidente della Cei, infatti, qualche giorno fa ha detto che il reddito di cittadinanza non deve essere toccato. “La povertà morde, il reddito va mantenuto e dato a tutti i poveri assoluti“, ha detto il cardinale.

Anche la Caritas è contraria alla modifica e lo ha manifestato apertamente dopo la pubblicazione degli ultimi dati sulla povertà in Italia. Oggi come oggi il reddito di cittadinanza è un sostegno per un milione di famiglie, equivalenti a 2 milioni e mezzo di persone. Ma gli indigenti sono 5,6 milioni, tra questi molti stranieri. “Vanno ripensati i requisiti del Rdc, perché Isee, patrimonio, i dieci anni di residenza in Italia mettono fuori gioco troppi cittadini stranieri”.

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