Meloni-Berlusconi, il giorno del faccia a faccia | I due possibili scenari

Le tensioni e le liti, poi la tregua fino alla pace. Dopo il mancato appoggio di buona parte di FI durante l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato; dopo il “foglietto della discordia”, dopo la replica di Giorgia Meloni a Silvio Berlusconi (“non sono ricattabile”), il lavoro dei pontieri ha portato ad un appuntamento.

Il Cavaliere e la premier in pectore si vedranno oggi pomeriggio. Sarà Belusconi ad andare dalla Meloni. Scelta come sede dell’incontro, quella di FDI in via della Scrofa.

Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi
Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi

Storia di “falchi” e di “colombe”. Di telefonate e di messaggi. Sherpa e pontieri hanno creato le basi, ora i protagonisti di quella che non è una telenovela brasiliana, ma una pagina della nostra storia più vicina e contemporanea, dovranno dimostrare, o magari mostrare a favore di camera, che la pace verrà siglata. Oggi pomeriggio infatti, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si rivedranno. Non a Villa Grande, dove la presidente di FDI si era recata la scorsa settimana, in occasione di quel bilaterale che aveva seguito di 24 ore quello tra il Cavaliere e Matteo Salvini. Giorgia Meloni vuole che sia il leader di FI a muoversi, a spostarsi, a offrirsi in qualche modo a telecamere e flash di fotografi. Perchè non è escluso che l’appuntamento tra i due possa riservare anche immagini, con le quali  la pace  venga palesata a beneficio di tutti.

E così dopo un avvio di Legislatura a dir poco disastroso, lo scorso fine settimana le diplomazie di entrambi i partiti, ma c’è chi ha scritto e detto soprattutto del gran lavoro di ricucitura portato avanti dai figli di Silvio Berlusconi, hanno fissato in agenda l’appuntamento di oggi pomeriggio in via Della Scrofa. Tutto dimenticato dunque? Ovviamente no, anche se in un’intervista di questa mattina apparsa sui quotidiani, Francesco Lollobrigida fedelissimo di Giorgia Meloni, definiva la sua leader nonchè cognata, tutto fuorchè rancorosa.

Giovedì scorso Ignazio La Russa viene eletto presidente del Senato, e a votarlo nelle fila di FI, sono stati solo Berlusconi e Casellati. Poi il giorno successivo alla pioggia scesa copiosa dentro e fuori Palazzo Madama, è addirittura grandinato. Gli appunti della discordia, gli aggettivi scritti da Silvio Berlusconi (secondo alcuni a favor di teleobiettivo) all’indirizzo di Giorgia Meloni e poi, quella replica arrivata alla sera di venerdì dalla probabile futura premier “non sono ricattabile”. E poi il silenzio, le note di Salvini di sabato, e ancora quelle istituzionali di domenica, anniversario della deportazione degli ebrei nel ghetto di Roma. Fino ad arrivare alla telefonata di meno di 24 ore fa. Il Cavaliere alza la cornetta del telefono e chiama l’alleata “screditata da quella serie di aggettivi”.

Silvio Berlusconi in Senato
Silvio Berlusconi in Senato, foto Ansa

Berlusconi va oggi dalla Meloni. Crosetto (FDI) “Indichi talenti”, Micciche (FI) “Appoggio esterno al governo”

Sarà pace vera oppure una tregua doverosa e responsabile, finalizzata alla costruzione di quella lista di ministri che il Capo dello Stato attende, quando tra qualche giorno, già giovedì come alcuni quirinalisti scrivono, avvierà le consultazioni per la formazione del nuovo governo? Guido Crosetto, in un’intervista al Corriere della Sera chiede al presidente di FI di “tirare fuori i talenti” in vista del nuovo esecutivo. “La sua visione serve a questo”, continua ancora uno degli uomini più ascoltati da Giorgia Meloni, da molti indicato come dentro le caselle del toto ministri. Decisamente meno diplomatico invece Gianfranco Micchichè, senatore di FI, che alla Stampa ha dichiarato di essere convinto, che l’obiettivo di FDI sia quello di “voler far fuori proprio Silvio Berlusconi”. E quindi? Micchichè nell’intervista parla apertamente di una soluzione “La mia idea è: diamo l’appoggio esterno al governo. A questo punto si scelga lei questi scienziati di ministri”.

Insomma tutto sembrerebbe scritto, eppure il finale potrebbe essere più di uno. Non esiste una maggioranza diversa da quella di centrodestra , politica e voluta dagli italiani. Se quindi pace non dovesse essere, meglio non proseguire. Concetto ripetuto all’interno di FDI in queste ore infuocate più e più volte, ma la sensazione è che si andrà avanti comunque. E quindi oggi pomeriggio meglio essere franchi e trovare la quadra. Evitando fughe in avanti nei momenti subito precedenti il vertice delle 16 di oggi, mettendo da parte veti e impuntature. Eppure FI e Silvio Berlusconi di pretese ne avanzano eccome: 5 ministri, non più 4. La giustizia, dove fino a ieri il magistrato  Carlo Nordio era dato saldamente in pole, pare la nuova pressante richiesta. E poi MIse e Mef restano nodi cruciali, mentre quello di Licia Ronzulli sembra sia stato definitivamente sciolto e archiviato.

Giorgia Meloni, presidente FDI
Giorgia Meloni, presidente FDI

Non resta che viverlo questo appuntamento. Vinceranno le colombe, ovvero coloro che compongono l’ala governista di FI, o i falchi che evidentemente sono sul fronte opposto? Vincerà la voglia di governare il Paese, che vive la parentesi peggiore dal dopoguerra, oppure davvero le agitazioni interne al centrodestra porteranno a scenari inediti e imprevisti soltanto meno di una settimana fa? “Accettare questo strano appuntamento è stata una pazzia”…cantava molti anni fa Ornella Vanoni. Eppure cronisti ben informati, oggi scrivevano che il Cavaliere potrebbe davvero fare il cavaliere e presentarsi addirittura con un mazzo di fiori. E se sono rose, fioriranno. 

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