Cellulari vietati a scuola, preside liceo Malpighi a Free.it | “Vi spiego il motivo della decisione drastica”

La campanella al Liceo Malpighi di Bologna è tornata a suonare già da qualche giorno. I telefoni di studenti e docenti invece no. “Godiamoci la presenza”, parola  di Elena Ugolini, rettrice e preside del Liceo e delle scuole Malpighi di Bologna, intervistata in esclusiva da Free.it

E’ diventata famosa a sua insaputa Elena Ugolini, rettrice e preside del liceo e delle scuole Malpighi. Nessun comunicato stampa a divulgare la notizia: in classe alunni e insegnanti terranno il cellulare spento durante l’intero anno scolastico E’ stato sufficiente che un genitore desse la soffiata ad una giornalista, per far scoppiare il caso diventato virale anche in rete.

Elena Ugolini, preside del liceo Malpighi
Elena Ugolini, preside del liceo Malpighi

Scuola di tradizione il Malpighi di Bologna. Esiste dal 1883,  quando dei cellulari non esisteva nemmeno l’idea. 5 Sezioni di liceo, 530 ragazzi da gestire. Il conto arriva a 2000 se si includono anche gli alunni delle scuole Malpighi. 4 Figli a casa. Una giornata, di lavoro, che spesso inizia alle 7.30 del mattino e finisce alle 8 della sera. “Succede se in testa hai di voler lavorare ad una proposta adeguata per chi frequenta il nostro istituto“.

Ecco allora la regola, che per alcuni potrebbe suonare come un divieto: 6 ore in classe senza l’ossessione, la mania, la dipendenza da cellulare. “Per cercare di contribuire ad una proposta attrattiva e significante”. Nell’intervista a Free.it, la preside Ugolini ci svela dove, come e quando nasce questa idea educativa

Preside Ugolini, del Liceo Malpighi ora parlano tutti: colei  che vieta i cellulari in classe, come nasce la storia?

“La storia nasce da un esperimento della passata stagione e da un’esigenza precisa dettata dai nostri docenti, stanchi di fare da controllori in aula durante l’orario delle lezioni e desiderosi di riportare i rapporti umani al centro del mondo scuola.”

Accennava però al fatto che lo scorso anno aveste tentato già di  spegnere i telefoni?

“Sì in una singola classe, dal secondo quadrimestre in poi. Si era verificato un episodio di bullismo. Quindi scegliemmo di tenere i cellulari spenti per far capire quanto quel fenomeno corresse veloce anche in rete. All’inizio i ragazzi furono inquieti, ma poi capirono.

Liceo Malpighi
Liceo Malpighi, Bologna

Tornando ad oggi invece, come è maturata la decisione di adottare la regola per tutto l’anno estendendola a tutte le classi e a tutti gli insegnanti. E davvero funziona?

“Certo che funziona: per 6 ore al giorno. Dall’ingresso all’uscita, compreso il momento della ricreazione. Da lunedì al venerdì, perchè da noi al sabato non si frequentano le lezioni. E’ stato deciso durante un consiglio di istituto. E francamente avendo imposto un divieto ai ragazzi, ci sembrava incoerente non proporre la stessa cosa agli insegnanti, che tengono i propri telefoni nelle stanze dei colloqui.”

Sembra abbiate trovato la formula magica che tutti vorrebbero usare, genitori compresi. Niente bip, nessuna vibrazione a disturbare le lezioni, nessuna notifica social. E mi dice pure che tutti i ragazzi l’abbiano presa bene immagino?

Beh qualche voce fuori dal coro c’è stata, ma l’ascolto doveroso e il dialogo ci hanno consentito di proseguire nella direzione intrapresa. E indietro non si torna. Pensi che dopo due anni di pandemia, i ragazzi del terzo anno di liceo ad esempio, non si erano mai visti in faccia a causa dell’obbligo delle mascherine in classe. Ecco perchè abbiamo voluto mantenere la norma, anche durante il momento della ricreazione. Ora tra compagni di classe ci si parla, si ride, si scherza, ci si distrae insomma dalle lezioni ma senza necessariamente restare incollati al monitor di un cellulare!  Le pare cosa da poco?”

Liceo Malpighi Bologna
Liceo Malpighi; Bologna

Sono curiosa di sapere cosa le abbiano detto gli studenti dopo un paio di giorni di cura detox?

Pensavamo ci pesasse di più preside! Oppure qualcuno ha ammesso di aver vissuto attimi di inquietudine iniziale, perchè non sopportava l’idea di non sapere cosa accadesse durante l’orario delle lezioni oltre le mura della scuola… Poi la cura è stata metabolizzata

Togliere i telefoni ai ragazzi, è davvero la decisione migliore che si potesse assumere?

La questione non la si dovrebbe porre solo su questo piano. Se ci fossimo limitati unicamente a proibire, avremmo di certo sbagliato approccio. Conosciamo le capacità degli studenti e sappiamo che possono autodeterminarsi e limitarsi. Serve a favorire il processo di responsabilizzazione. Il nostro obiettivo è anche un altro, e riguarda il corpo insegnanti: se togliamo di mezzo completamente l’uso dei telefoni, saremo poi in grado di creare una proposta significativa e attrattiva in classe? Ecco la nostra sfida, che poi dovrebbe essere la sfida della scuola tutta.”

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