Analisi del sangue per scovare i primi segni della presenza di tumori, i promettenti risultati della ricerca di un gruppo di ricercatori americani.
Entro i prossimi 5 anni rilevare la presenza di un tumore con un semplice prelievo sanguigno potrebbe essere fattibile. Chiariamo sin da subito che tutto ciò non è ancora realtà, ma lo studio di un team di scienziati statunitensi, presentato al congresso dell’European Society for Medical Oncology di Parigi, lascia ben sperare.
La rivoluzione tanto attesa potrebbe non essere utopia. Un team di ricercatori americani sta da tempo lavorando per perfezionare un test del sangue in grado di riconoscere con precisione più di 50 tipi di cancro. E identificare in quale tessuto (quindi in quale organo) il tumore ha avuto origine. Prima, dunque, che la malattia abbia dato segnali clinici della sua presenza.
Tecnicamente una biopsia liquida, con il test MCED è stato possibile scovare la presenza di diverse forme tumorali in persone apparentemente sane. Con una specificità ed accuratezza che mai era stato possibile raggiungere prima d’oggi attraverso un semplice prelievo del sangue.
Secondo gli oncologi dal Congresso Esmo 2022 a Parigi, “una nuova era di diagnosi precoce del cancro attraverso metodiche sempre più sofisticate di biopsia liquida cambierà i paradigmi di screening. Con i nuovi test che possono rilevare in fase precoce diversi tipi di tumori dal Dna tumorale nel sangue. Incluse neoplasie finora difficilmente diagnosticabili”.
Nonostante test di questo tipo non siano ancora disponibili (in Italia o altrove), sono sono oggetto di studio in diverse ricerche in tutto il mondo, finanziate anche da Bill Gates e Jeff Bezos. Nello specifico, lo studio PATHFINDER, realizzato dai ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, basato sull’utilizzo del test MCED (multi-cancer early detection) consiste in un’analisi del sangue in cui si va alla ricerca di frammenti di DNA tumorale.
La ricerca è stata condotta su campioni di sangue prelevati da oltre 6mila persone. Tutte ultra50enni e senza una diagnosi di cancro. Il test è stato capace di individuare un “segnale cancerogeno” nell’1,4% dei partecipanti. E, tra questi con esito dell’esame positivo, la diagnosi oncologica è stata poi confermata nel 40% circa dei casi. In seguito, il 99,1% delle persone sane ha effettivamente ricevuto un responso negativo al test.
Ad oggi la biopsia liquida viene usata per monitorare l’evoluzione del tumore e per valutare il grado di efficacia delle terapia. Rispetto alla biopsia tradizionale, il cui risultato è una ‘fotografia’ parziale del tumore relativa solo alla sede in cui è stato effettuato il prelievo, con quella liquida è possibile seguire l’andamento della patologia.
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