Il successo fa ancora parte della band dei Nirvana: come mai adesso Nevermind fa sorridere il gruppo. Tutti i dettagli sulla vicenda.
Un successo mondiale come l’album “Nevermind” salta subito all’occhio per un gruppo famoso e conosciuto in tutto il mondo come i Nirvana. Improvvisamente spunta un motivo a dir poco incredibile che riguarda la band statunitense. Il gruppo ha conosciuto il massimo successo fra gli anni Ottanta e Novanta fra tour e dischi con vendite così importanti.
“Nevermind” è pieno di tanti successi, ma c’è un motivo che spicca su tutti ed è l’emblema di una questione che va ben oltre la musica. Il caso specifico vuole che il gruppo possa gioire, seppur a distanza di tempo, per una questione li riguarda da vicino. La situazione è ormai delineata e non ci sono più dubbi.
La rock band ha vinto la causa contro Spencer Elden, giovane che nel 1991 aveva solo quattro mesi e che posò nudo per la copertina dell’album. Inseguire un biglietto da un dollaro in acqua, una foto a dir poco originale che conquistò il mondo. Ad agosto 2021 il giovane accusò il gruppo di pornografia infantile, con tanto di causa in tribunale.
Di fatto l’autorità giudiziaria ha negato ogni responsabilità alle band, evitando così un possibile risarcimento richiesto dal giovane. Prima l’archiviazione della causa, motivata dalla scadenza non rispettata dal legame di Elden, ora la decisione di non ritenere valido quanto nuovamente richiesto entro i termini di prescrizione. La notizia ha certamente reso felici chi segue ormai da tantissimo tempo i Nirvana, così come i diretti protagonisti. Un sospiro di sollievo che arriva dopo una richiesta di risarcimento record per la fotografia.
Durante gli scorsi mesi, infatti, il giudice della California aveva già posto fine alla vicenda, “non essendoci più gli estremi per procedere“, si legge nelle motivazioni annunciate dal giudice. Inizialmente Elden ha deciso di prendere un po’ di tempo, salvo poi tornare alla ribalta con una nuova richiesta. Risarcimento quindi annullato e per Spencer Elden è tempo di mettersi l’anima in pace, a meno che non voglia fare causa e trovare qualche altra motivazione tale da riaprire la vicenda.
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