Nasa, pronta la missione Artemis | Finita l’attesa durata 50 anni, lancio a fine mese

Un importante evento spaziale è atteso alla fine di questo mese. La Nasa è pronta per un ritorno, dopo 50 anni dall’ultima missione.

Il razzo della nuova missione è già pronto sulla piattaforma di Cape Canaveral. Comincia ora la fase di preparazione al lancio, con test e verifiche tecniche.

Pronto lancio

Per trasportare il nuovo razzo, un vero gigante dello spazio, dall’edificio di integrazione fino alla rampa di lancio ci sono volute 10 ore e 8 minuti: il cingolato che ha trasportato il lanciatore aveva lasciato l’edificio di assemblaggio (Vehicle Assembly Building) nella base Nasa di Cape Canaveral quando in Italia erano le quattro del mattino e quindi ha iniziato a percorrere molto lentamente i 6,8 chilometri fino alla piattaforma 39B. Adesso la gigantesca struttura dello Space Launch System (Sls), alta 111 metri e dal diametro di 8,4, domina il Kennedy Space Center.

Ai lati i due serbatoi bianchi contrastano con l’arancione del corpo principale del razzo, ed è bianca anche la capsula Orion integrata sulla sommità.

Artemis, la missione che riporterà l’uomo sulla luna. A fine mese il primo lancio

Una missione tanto attesa che trasporterà dopo 50anni nuovamente un mezzo terrestre sulla luna. Il razzo della missione Artemis 1 segna, infatti, il ritorno sul nostro satellite.

Si tratta del più grande lanciatore mai costruito ed è già un simbolo: per gli Stati Uniti segna il ritorno alla Luna a mezzo secolo dall’ultima missione del programma Apollo; per l’Europa è un’occasione da non perdere. Il volo è fissato, al momento, per il 29 agosto alle 14,33 italiane. Considerando le incognite del maltempo, sempre in agguato a Cape Canaveral, la Nasa ha già individuato altre due possibili date di riserva: il 2 settembre alle 18,48 e il 5 settembre alle 23,12.

A bordo della capsula Orion ci saranno però soltanto dei manichini perché questo primo volo ha uno scopo dimostrativo: al posto di comando c’è CommanderMoonikin Campos e ai suoi lati ci sono Helga e Zohar. Tutti e tre sono equipaggiati con sensori che permetteranno di studiare gli effetti del volo sull’organismo umano, in particolare quello femminile. E’ moltissima, poi, la scienza a bordo della capsula Orion, con strumenti e minisatelliti (Cube-Sat) delle dimensioni di una scatola da scarpe e pesanti circa 11 chilogrammi, che dovranno andare a caccia di acqua o idrogeno sulla superficie lunare, o ancora funzionare come piccole stazioni meteorologiche.

Saranno dei veri e propri apripista per le future missioni con astronauti così come per individuare i siti ideali per costruire le prime basi sulla Luna. Tanta anche la tecnologia italiana sulla missione Artemis 1, grazie dalla collaborazione fra Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’industria. Leonardo e Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), per esempio, hanno realizzato per l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) componenti del modulo di servizio Esm (European Service Module) di Orion. Fra i Cube-Sat c’è anche Argomoon, realizzato per l’Asi dall’azienda Argotec di Torino.

Sarà l’unico satellite europeo attivo nell’orbita lunare, dalla quale riprenderà le tecnologie che voleranno nella missione Artemis 1. Se tutto andrà come previsto in questa missione, della durata di 42 giorni, allora ci sarà il via libera al volo per portare di nuovo degli astronauti sulla Luna. Questo potrà accadere alla fine del 2025, secondo quanto ha recentemente dichiarato l’amministratore capo della Nasa, Bill Nelson.

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